Viticoltura sostenibile: che cos’è il progetto V.I.V.A.
Di NicolettaSi chiama Progetto V.I.V.A., dove l’acrostico sta per Valutazione dell’Impatto della Viticoltura sull’Ambiente. Un programma triennale, a cura del Ministero dell’Ambiente che ha lo scopo di misurare e migliorare la sostenibilità della filiera vite-vino mediante il monitoraggio costante di quattro parametri: territorio, aria, vigneto, acqua. Il supporto scientifico è fornito da tre centri universitari (Torino, Milano e Perugia), mentre sono nove le cantine pilota distribuite in varie regioni: precisamente, si tratta delle aziende Gancia, Masi Agricola, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Castello Montevibiano Vecchio, Planeta, Tasca d’Almerita e Venica&Venica.
Che cosa caratterizza un vigneto sostenibile dal punto di vista ambientale?
* Evitare l’uso di sostanza chimiche diserbanti nei vigneti, con maggiore attenzione all’inerbimento naturale;
* Praticare la potatura verde, per sfoltire le foglie in eccesso su ogni pianta;
* Valorizzare l’elemento acqua per evitare ogni spreco. Si distinguono tre tipi di acqua: la verde è l’acqua piovana. L’acqua blu è quella della rete idrica, usata all’interno delle cantine con la massima parsimonia possibile. L’acqua grigia è invece l’acqua di risulta e di recupero.
* Contenimento dei gas serra emessi dai macchinari agricoli, possibilmente compensandole con la piantumazione di alcuni ettari di bosco;
* Prestare la massima attenzione alla biodiversità;
* Ridurre il compattamento del suolo.
Da vigneti che producono uve “pulite”, sane e mature si ottengono vini profumatissimi e di grande eleganza, tracciabili al 100% in ogni fase della lavorazione, dalla vigna alla bottiglia. La qualità e il biologico percorrono sempre la stessa strada.
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