Stufe a pellet invece del riscaldamento a metano: pro e contro
Di NicolettaSiamo in piena estate, ma è proprio questo il momento giusto per preventivare un’eventuale spesa che si ammortizzerà in breve tempo nel corso dell’inverno. Stiamo parlando del pellet − un combustibile ricavato dalla segatura essiccata e compressa in cilindri di pochi millimetri di larghezza − che sta vivendo una fase di grande espansione in Italia, tanto che il nostro paese è diventato il suo primo mercato in Europa. Ma quali sono i suoi utilizzi e i suoi costi?
Il pellet può essere usato per alimentare stufe e caldaie: le prime si attestano generalmente su una potenza entro i 15 kW, sono usate per integrare impianti di riscaldamento preesistenti e i loro prezzi partono dai mille euro; le seconde sono impianti più potenti (sopra i 30 kW) che possono sostituire completamente il sistema a gas e i cui costi d’acquisto in genere superano i diecimila euro. Per una famiglia, la scelta di acquistare stufe a pellet può risultare conveniente: si stima un risparmio di quattrocento euro l’anno per una casa media che sfrutti questo combustibile invece del metano; c’è da considerare inoltre che il pellet è sottoposto a un’IVA più ridotta (10%) e, a differenza del gas, non è soggetto ad accise.
Non ci sono solo vantaggi, però: un inconveniente degli impianti a pellet è la continua manutenzione che viene richiesta al proprietario, sia per ricaricare (a mano) le stufe sia per svuotare e ripulire i cassetti della cenere e i bracieri. Altro aspetto da considerare è l’immagazzinamento del combustibile: la necessità di stipare le scorte in luoghi secchi potrebbe risultare problematica per chi vive in uno condominio. La scelta dunque è sicuramente conveniente, ma richiede la disponibilità di spazi e tempo.
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