Strade ghiacciate: pro e contro nell’uso del sale
Di Adriano PistilliDurante l’inverno la questione della presenza di ghiaccio sulle strade dopo una nevicata è molto frequente. Per risolvere il problema della neve che si deposita sul manto stradale, cercando di migliorare la sicurezza degli automobilisti, vengono impiegate prima le lame spazzaneve e poi le macchine spargisale. Ma è anche possibile la prevenzione: cospargere la strada di sale prima che scenda la neve, con lo svantaggio però che il transito delle auto e/o le precipitazioni in forma piovosa possano rendere inefficace il sistema.
Tre sono le principali tipologie di sale impiegato sulle strade. Il primo è il cloruro di sodio (in pratica il sale da cucina): è quello preferito per l’utilizzo a scopo preventivo ed è efficace in un range di temperature da -1 °C a -10 °C. Il cloruro di calcio e il cloruro di magnesio vengono invece solitamente sparsi sullo strato di ghiaccio già esistente sul manto stradale ed esplicano la loro funzione anche a temperature inferiori ai -10 °C.
L’utilità del sale sulle strade ghiacciate
Il sale riesce ad abbassare il punto di congelamento dell’acqua: infatti le molecole di sale si scindono in ioni in grado di legarsi elettrostaticamente alle molecole d’acqua interferendo con la crescita dei cristalli di ghiaccio. Il rischio di formazione di ghiaccio viene così ridotto, anche se non annullato completamente. L’efficacia è massima a una temperatura molto bassa, verso i -7 °C.
Uno dei vantaggi principali dell’impiego del sale sulle strade è la sua economicità (soprattutto nel caso in cui si utilizza il cloruro di sodio), anche se tutto dipende dalla quantità totale usata. In un paese piccolo ma molto esposto alle nevicate come la Svizzera se ne spargono circa 300.000 tonnellate l’anno. Una spesa imponente.
I danni del sale sull’ambiente
Le preoccupazioni maggiori dal punto di vista ecologico nascono dalla natura corrosiva della sostanza e dai numerosi effetti negativi della presenza di sale sul terreno, sulla flora, la fauna e sulle attività umane. Eccone un elenco succinto:
- Bruciature a piante e alberi: specie su strade e viali molto trafficati il passaggio dei veicoli produce la formazione di uno spray che attacca le piante dall’esterno con danni da contatto diretto. Ma non è tutto: questo sale disciolto entra nel terreno per poi essere assorbito dalle radici delle piante. Per mantenere in equilibrio il contenuto di sale fuori e dentro le loro cellule, le piante rilasciano più acqua. Gli effetti deleteri si vedono a distanza di mesi: germogliatura ritardata in primavera, foglie marroni e caduta prematura delle foglie.
- Inquinamento del suolo: per la presenza di sale lo strato superiore del terreno diventa più compatto, meno aerato e meno capace di assorbire e immagazzinare acqua. Di conseguenza, molti minerali importanti come il calcio e il magnesio vengono dilavati con l’acqua di infiltrazione negli strati più profondi del terreno dove non sono più disponibili per le piante.
- Aumento della salinità delle acque (in alcune zone di USA e Canada è stato stimato fino al 140%). Il sale lavato via dalla pioggia raggiunge anche torrenti, fiumi e laghi con enormi danni anche per la salute dei pesci abituati all’acqua dolce, con conseguenti ricadute sulla catena alimentare.
- Corrosione del manto stradale che accelera il processo di formazione di crepe in cui l’acqua può penetrare e che presto si trasformano in buche.
- Danni alla carrozzeria delle automobili dovuti alla corrosione: se c’è già un graffio nella vernice, la ruggine si diffonde rapidamente quando viene a contatto con il sale.
- Effetto corrosivo sui piloni dei ponti e altre strutture in calcestruzzo o travi in acciaio.
Quali sono le alternative al sale sulle strade ghiacciate
Sulle strade trafficate e sui tratti estremamente pericolosi spargere il sale è considerato l’unica alternativa possibile. Si possono utilizzare anche sabbia o altri granulati privi di sale, che non provocano il disgelo del ghiaccio, ma conferiscono maggiore aderenza alla superficie. Lo svantaggio è che serve molta sabbia per ottenere un effetto sufficiente, e se nevica a lungo, bisogna spargerne una grande quantità. Alla fine del periodo freddo gran parte della sabbia sparsa può essere recuperata per un ulteriore utilizzo.
Nel Nordamerica alcune amministrazioni fanno ricorso al succo di barbabietole che, mescolato al sale, lo rende appiccicoso e quindi più aderente al manto stradale. I vantaggi sono due: si impiega una minore quantità di sale e si velocizza la sua capacità di sciogliere il ghiaccio. Sperimentazioni analoghe sono state svolte anche con il succo di pomodoro.
In realtà il problema andrebbe a monte creando un asfalto più resistente con una barriera superficiale che riduca la necessità di utilizzare sale. Sono già in atto svariati progetti di studio. Alcuni manti stradali di qualità superiore sono stati costruiti utilizzando una polvere nera, mischiata al bitume, derivante dai PFU (Pneumatici Fuori Uso) che riduce drasticamente l’usura del manto stradale assicurando una maggiore resistenza e sicurezza.
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