Share economy: un modello di sviluppo più sostenibile
Di NicolettaIn inglese si chiama share economy, ma anche shareconomy o sharing economy, che in italiano potremmo tradurre con “economia della condivisione” o “economia condivisa”. Si tratta di un sistema economico decisamente più sostenibile di quelli del passato, costruito intorno alla condivisione di beni o servizi, a scopo di lucro o per beneficenza a seconda dei casi. Una condivisione di solito resa possibile dall’esistenza di apposite piattaforme web, che creano anche uno spiccato senso di community tra quanti vi prendono parte. Persone che di solito sono motivate non soltanto dal beneficio concreto in termini economici che deriva dalla loro partecipazione, ma anche da una convinzione personale riguardante la bontà dell’iniziativa per il bene comune e per la salvaguardia del Pianeta.
Le fasi della share economy sono l’ideazione, la produzione, la distribuzione, il commercio e il consumo di merci o prestazioni. Rientrano perciò nella categoria pratiche vecchie come il modo come il baratto, il car sharing e il bike sharing, il co-working, il co-housing e il food sharing, gli orti condivisi, il co-parenting, i gruppi di acquisto solidali e il crowdfunding.
Sono realtà che hanno trovato terreno particolarmente fertile in questi anni di crisi economica, ma anche in un periodo in cui le tecnologie social stanno prendendo piede in maniera esponenziale. Ultimo, ma non meno importante, questo nuovo modello di sviluppo è favorito dalla sempre più scarsa fiducia nella politica, nei governi e nelle istituzioni in generale.
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