Riutilizzo delle acque di scarico industriali
Di Daniele GrattieriL’acqua è sempre stato un bene prezioso, con il passare degli anni lo è diventato e lo diventerà sempre di più. Bisognerà assolutamente attuare delle politiche che preservino l’acqua, occorrerà far diventare la lotta contro gli sprechi assolutamente prioritaria.
Probabilmente però non basterà ridurre gli sprechi, considerando sia che l’attuale abbondanza di acqua non durerà in eterno sia che le esigenze delle società moderne si manifestano sempre più avide di questo bene, che da più parti è ormai denominato “oro bianco”.
In questa ottica, partendo dai grandi impianti di trattamento delle acque di scarico civili ed industriali, occorrerà mettere a punto delle nuove tecnologie che riescano a recuperare al massimo i flussi di scarico rigenerati con il fine ultimo di conseguire, almeno per i flussi industriali, lo scarico zero.
Non sarà facile in quanto la tecnologia ha un suo costo che dovrà, come sempre, trovare un giusto compromesso tra le esigenze ambientali e quelle economiche, senza quindi troppo gravare sull’economia di aziende che oggi, per i noti motivi legati all’attuale crisi, sono già in gravi difficoltà.
Ovviamente la tecnologia più è diffusa e meno costa, per dirla in parole semplici: per cui, più impianti di questo genere si realizzeranno e meno sarà l’impatto economico di questi ultimi.
Esistono già impianti industriali a scarico zero, applicando tecnologie note e accettabilmente competitive; occorre però precisare che non tutti i reflui sono uguali e quindi trattabili allo stesso modo. In funzione della complessità e dei volumi di scarico occorre valutare la tecnologia più idonea da applicare e quindi la fattibilità o meno della depurazione senza scarico.
Non esistono infatti flussi “non depurabili”, il problema è sempre l’investimento; un conto è trattare uno scarico industriale inquinato per renderlo scaricabile nella pubblica fognatura indirizzata ad un impianto di trattamento consortile, un conto è ottenere un’acqua che possa essere riutilizzata nel processo industriale o addirittura depurata all’estremo per renderla potabile o comunque idonea ad utilizzi civili.
Commenta o partecipa alla discussione