Riparazione e riuso, in alcuni settori merceologici non prendono piede
Di NicolettaDue sono le principali accezioni del termine riuso: riutilizzo per la medesima funzione iniziale oppure nuova vita dell’oggetto con una funzione diversa. Rientra nel primo concetto l’attività di riparazione degli oggetti. Che, da quando impera la difficile situazione economica, in alcuni ambiti ha conosciuto un ritorno di fiamma mentre in altri assolutamente non decolla.
* La crisi impone di riparare, invece che acquistare i capi di abbigliamento: infatti non hanno problemi a trovare lavoro le sarte e chi è capace di cucine e rammendare. Si moltiplicano i negozi di sartoria e con essi le richieste dei clienti di rimodernare vecchi vestiti fatti con buone stoffe.
* La difficile congiuntura economica aiuta meno altri artigiani, come i calzolai. L’idea di dare una seconda vita alle scarpe non piace oggi più di quanto piacesse in passato: ovvero, non è sostanzialmente mutato il quantitativo di riparazioni effettuate dai ciabattini. Di solito, i consumatori preferiscono acquistare un alto numero di scarpe a basso prezzo (di solito, prodotte all’estero) e buttarle quando sono consumate, invece di una scarpa costosa, ma di qualità, che dura a lungo e che può essere riparata con successo.
* Per quanto riguarda il settore dell’elettrotecnica e dell’elettronica, la crisi ha portato a un brusco calo dei prezzi di listino, il che induce il consumatore a evitare la riparazione per comprare un oggetto nuovo fiammante ma low-cost. Fanno eccezione le radio d’epoca, che sono ricercatissime e che si tenta di riportare a perfetto funzionamento grazie all’intervento di un artigiano.
In ogni caso, sembra proprio che in media stiamo finalmente imparando a lasciare da parte quella filosofia dell’usa-e-getta che è nata con il benessere. E che invece dovrebbe scomparire, perché abbiamo capito che questo tipo di sistema economico si è rivelato non sostenibile e dunque fallimentare. Non è un caso che stiano prosperando i mercatini dell’usato: ne esistono di tutti i livelli e stanno godendo di un successo clamoroso. Oggi non si sbuffa più all’idea di avere ereditato una cantina da svuotare, anzi… si spera di essere proprietari di qualche pezzo di modernariato da vendere ai collezionisti.
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