Raccolta pneumatica dei rifiuti, una strada percorribile anche in Italia

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envac_9090Smaltire i rifiuti in modo pulito, veloce ed ecologico, senza più l’utilizzo di cassonetti e di camion di raccolta, ora è possibile anche nel nostro Paese grazie al sistema di raccolta pneumatica dei rifiuti (in inglese Automated Vacuum Waste Collection System).

Nato in Svezia nel 1961, questo sistema ormai si è diffuso in tutto il mondo: Europa, Medio Oriente, Asia orientale, America settentrionale. Tra le città più importanti dove si è applicato questo innovativo progetto si ricordano Stoccolma, Londra e Barcellona.

Anche se in ritardo rispetto agli altri paesi, fortunatamente anche in Italia si sta cominciando a usare il nuovo sistema; gli esempi più significativi si trovano nel quartiere di Varesine-Porta Nuova, a Milano, nato ex novo, dove risiedono 400 famiglie circa. E a Roma, dove verrà applicato all’edificio dell’Eurosky, una torre residenziale di 28 piani abitativi

Ma come funziona un impianto di questo tipo?

L’utente divide i rifiuti secondo i criteri previsti e li getta all’interno di punti di raccolta, che possono trovarsi sia in strada, sia su pianerottoli dei palazzi e sono costituiti praticamente da delle “colonnine”, una per ogni tipologia di rifiuto

Una volta buttata, la spazzatura viene stoccata in un tubo verticale, alla base del quale si trova una valvola collegata a una rete di trasporto sotterranea. Nel momento in cui la valvola recepisce il comando dal software, la tipologia di rifiuti presente nel relativo tubo cade nella rete di trasporto orizzontale e viene aspirata da un flusso d’aria che viaggia a 70-80 Km/h. La rete di tubazioni può essere interrata fino a 2 metri di profondità. I tubi hanno un diametro di 500 mm e una durata di circa 30 anni e sono costruiti in acciaio con spessori che variano in funzione del percorso.

All’interno della rete di tubazioni ci sono delle turbine che aspirano l’aria creando così una condizione di depressione in grado di trasportare i rifiuti lungo l’intera rete sino alla centrale di raccolta. Quest’ultima, interrata o fuori terra, può avere dimensioni variabili, in base alla quantità di abitazioni servite, ma complessivamente può andare dai 150 ai 400 mq.

All’interno della centrale si trovano:
* un ciclone separatore, struttura in acciaio, che separa i rifiuti dall’aria utilizzata per il trasporto;
* un compattatore, che riduce il volume attraverso una pressa idraulica;
* dei filtri “a carboni attivi” (per l’eliminazione degli odori);
* dei filtri “a manica” (per l’eliminazione delle polveri fini) che depurano l’aria utilizzata nel trasporto prima di rimetterla nell’atmosfera.

I rifiuti compattati vengono spinti automaticamente all’interno dei container, dove rimarranno sino al momento della loro trasformazione o della stoccaggio definitivo.

I vantaggi di questo sistema sono notevoli: del tutto automatico, inodore, invisibile, riduce le emissioni dei gas a effetto serra grazie alla diminuzione del traffico causato dagli automezzi di raccolta, con un risparmio che oscilla tra il 30% e il 40%, senza contare i miglioramenti legati all’urbanistica.

Il sistema non è perfetto in quanto presenta delle limitazioni. Non è infatti economicamente conveniente installare questo tipo di tecnologia in complessi residenziali già esistenti, mentre il discorso cambia se lo si installa in edifici in fase di progettazione.

Non è adatto inoltre per la raccolta del vetro, che viaggiando alla velocità presente nei tubi, si sgretola fino a diventare polvere di silicio che causa gravi danni al sistema di acciaio al carbonio.

In Italia la tecnologia ma soprattutto l’attenzione alle problematiche ambientali non è ancora ai livelli degli altri paesi europei ma l’istallazione della raccolta pneumatica dei rifiuti, anche se per ora in zone limitate, è un piccolo passo avanti, una speranza di una visione più ecologica e moderna del nostro Paese.

Simona Manzo


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