Quanto ci piace il sacchetto SUMUS per la raccolta dell’organico
Di NicolettaTempo fa parlavamo dei pro e contro dei bioshopper, sacchetti biodegradabili utilizzabili sia come borsa per il trasporto che come contenitore per la frazione umida.
Di recente, vista la scelta della nostra amministrazione comunale, abbiamo avuto modo di testare un altro sistema per la raccolta dell’organico, i sacchetti di carta Sumus®, prodotti dall’azienda milanese Aspic Srl. Diciamo subito che ne siamo rimasti entusiasti, per l’efficienza e la praticità del sistema, che riduce al minimo i fastidiosi odori derivanti dalla fermentazione dei cibi. Nessuno ci sponsorizza in questo elogio. Siamo convinti che sia giusto diffondere le informazioni sui progetti e i brevetti (soprattutto quelli italiani) che portano a un miglioramento della qualità di vita nostra e dell’ambiente.
I sacchetti sono costituiti al 100% da carta riciclata e dovrebbero essere riposti in un apposito cestello in polipropilene. Come potete intuire nell’immagine, il cesto è aerato per il 70% della sue superficie; questo fatto è molto importante, perché quando i rifiuti sono sufficientemente a contatto con l’ossigeno dell’aria, si attiva immediatamente il processo di compostaggio: la temperatura dentro il sacchetto sale fino a 45 gradi e il liquido che si forma evapora (invece di percolare e creare pessimi odori, oltre che proliferazione di batteri). In questo modo il peso dei rifiuti diminuisce fino al 28% nel giro di due giorni.
Risulta difficile credere che un sacchetto di carta non si rompa, non si apra sul fondo e non perda liquidi. Eppure il tipo di carta utilizzato è di una qualità davvero resistente, anche grazie all’ausilio di un fondello rettangolare di carta da posizionare sul fondo che ne impedisce la rottura. Per la chiusura del sacchetto, poi, non sono necessari laccetti: è sufficiente non superare il livello indicato e accartocciare la parte superiore che resta piegata e chiusa grazie alla relativa rigidità della carta.
Il sacchetto Sumus® p stato certificato come ‘Compostabile CIC’ a norma UNI EN 13432-2002 ed è conforme anche alla norma UNI EN 13593 sulla resistenza. Nel 2010 ha ricevuto il ‘Premio Sviluppo sostenibile’ da parte della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile insieme a Ecomondo-Fiera di Rimini e con l’adesione della Presidenze della Repubblica. Qualcosa vorrà pur dire.
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Interessante il suo articolo!
Sarebbe possibile sapere il nome del Comune a cui fa riferimento? La ringrazio e La saluto
Si tratta di Rapallo, provincia di Genova!
Molto interessante! Speriamo venga esteso anche ad altri Comuni!