Quanta energia consuma un televisore?
Di Daniele GrattieriIl design, il contrasto delle immagini, la tecnologia: sono tutti parametri che devono essere presi in considerazione quando ci si accinge a comprare un televisore nuovo. C’è, però, un altro aspetto che fin troppo spesso viene trascurato e che in realtà è molto importante: il consumo di energia. Se è vero che è meno energivora rispetto ad altri elettrodomestici come il frigorifero, la lavatrice e la lavastoviglie, è altrettanto vero che anche la televisione contribuisce a rendere le bollette salate. Di solito i consumi passano in secondo piano quando si ha in mente di comprare un nuovo televisore, ma oggi non deve essere più così, soprattutto in presenza di dispositivi dagli schermi sempre più grandi.
Le indicazioni delle etichette
Delle indicazioni utili, ma non assolute, possono provenire dalle informazioni che sono riportate sull’etichetta energetica, grazie alla quale è possibile avere un’idea di base di quel che la televisione può consumare. Attenzione, però: l’etichetta non può certo essere precisa a proposito dei costi di gestione, dal momento che non può indicare quel che si spenderà per la televisione accesa.
Il motivo è presto detto: i fattori in gioco sono molti, e i consumi sono condizionati dalle regolazioni e dalle abitudini di fruizione. Insomma, cambiare le impostazioni della luminosità o intervenire su altri parametri del menù può apportare dei cambiamenti significativi dal punto di vista dei consumi. Non è un caso che la direttiva europea in materia obblighi i produttori a indicare sulle etichette i dati che si possono ricavare da un televisore che è impostato secondo la modalità standard, che è quella prevista quando lo si accende per la prima volta. Quelle dei produttori, a ben vedere, non sono altro che delle autocertificazioni, anche se questo non significa certo che siano dichiarati dei dati non veritieri.
I valori dichiarati
Più concretamente, i valori che sono riportati sulle etichette con tutta probabilità differiscono dai consumi che si verificano effettivamente perché le condizioni di utilizzo non possono essere paragonate. Il televisore in modalità standard, giusto per proporre un esempio, potrebbe presupporre la modalità eco, la cui attivazione consente di risparmiare energia, ma non è detto che tale modalità venga usata veramente.
Vale anche l’opposto, ovviamente: una impostazione standard potrebbe prevedere un grado di luminosità molto più elevato rispetto a quello che viene scelto in casa. In linea di massima, un apparecchio regolato in modo ottimale è in grado di consumare addirittura meno rispetto a ciò che è riportato in etichetta. Quest’ultima resta sempre e comunque uno strumento a cui ci si può affidare per avere una chiara idea di quel che si potrebbe spendere, ma è bene essere consapevoli che le aspettative quasi sempre divergono dalla realtà dei fatti.
Come si legge l’etichetta energetica
Resta comunque importante imparare a leggere e a interpretare le informazioni che sono contenute sull’etichetta energetica, anche per confrontare le diverse offerte di televisori. Nella parte in alto, per esempio, è indicata la classe di efficienza energetica del dispositivo: la più bassa, che è quella che equivale ai consumi più elevati, è la D, mentre la più alta, che è quella che equivale ai consumi più modesti, è la A++.
La classe energetica è segnalata con delle frecce colorate, che vanno dall’arancione della D al verde della A, passando per il giallo della C e della B. La classe energetica, in pratica, consente di capire se si ha a che fare con un apparecchio che consuma poco o tanto. Ovviamente non è un parametro che deve essere considerato in assoluto, perché – per esempio – un televisore di classe A con uno schermo molto grande potrebbe consumare di più rispetto a un televisore di classe B con uno schermo molto più piccolo. Sempre in etichetta, poi, è riportata la potenza elettrica del televisore.
Quale tecnologia di televisore scegliere?
I televisori che consumano meno energia sono quelli che sfruttano tecnologie avanzate per ottimizzare l’efficienza energetica. I modelli OLED, per esempio, offrono un’ottima efficienza energetica poiché ogni singolo pixel emette la propria luce, eliminando la necessità di retroilluminazione. Questo significa che, quando visualizzano immagini scure o nere, i pixel si spengono completamente, riducendo il consumo.
Anche i televisori LED e QLED, che utilizzano la tecnologia LED per la retroilluminazione, sono piuttosto efficienti. I QLED, in particolare, con i loro punti quantici, offrono colori più vibranti mantenendo il consumo energetico contenuto. Una tecnologia ancora più avanzata è quella dei Mini LED, che offre una gestione della retroilluminazione più precisa grazie alla presenza di tantissime piccole luci dietro il pannello, riducendo il consumo energetico in scene più scure.
Ovviamente, i televisori più piccoli, come quelli da 32 pollici, consumano naturalmente meno rispetto ai modelli più grandi da 55 o 65 pollici, rendendoli ideali per chi cerca risparmio energetico.
Molti modelli recenti includono funzioni di risparmio energetico, come i sensori di luminosità ambientale che adattano automaticamente la luminosità dello schermo alla luce della stanza, o modalità Eco che riducono il consumo quando non è necessaria la massima luminosità. Scegliere un televisore con certificazione energetica, come Energy Star o con una classe A+ o superiore, aiuta a garantire un minore impatto ambientale e un consumo ridotto.
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Un buon modo per valutare un elettrodomestico riguarda l’efficienza energetica, come giustamente riportato nell’articolo. Nella maggior parte dei casi, i modelli di ultima generazione sono più efficienti e quindi più attenti all’ambiente rispetto a modelli più economici e datati. È il caso di frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, forni.. ma non è sempre il caso delle TV. In questo settore stiamo assistendo a un paradosso: i modelli dotati di pannelli OLED infatti consumano il doppio, rispetto a quelli equipaggiati con pannelli a cristalli liquidi. Un settore in controtendenza, in cui l’impatto ambientale (ed energetico) cede il passo ancora a fattori estetici e prestazionali.