Pubblicata la mappa del deposito atomico
Di Adriano PistilliÈ stato tolto il segreto di Stato sulla mappa del deposito atomico chiamata CNAPI: carta nazionale delle aree più idonee.
Sono decenni che il Governo pianifica la realizzazione di un deposito nazionale per stoccare tutti i rifiuti radioattivi che sono stati prodotti in Italia durante la vita delle centrali nucleari. Quando fu data la notizia durante il secondo Governo Berlusconi, era il 2003, scoppiò quasi una rivoluzione e il progetto fu accantonato.
Nel 2015 fu redatta tale mappa e stabilito il segreto di Stato. I criteri di individuazione furono stabiliti dall’ISPRA nel 2014: “luoghi poco abitati, con una sismicità modesta, senza vulcani né rischi di frane e alluvioni. Non a quote troppo elevate (non oltre i 700 metri sul livello del mare), non su pendenze eccessive. Non troppo vicine al mare. Non molto vicine a autostrade e ferrovie, ma abbastanza vicine ad autostrade e ferrovie per poter essere raggiunte comodamente dai carichi di materiale da stoccarvi”. Va specificato che il deposito nazionale non riguarda le scorie ad alta radioattività ma quelle a media e bassa radioattività come le radiografie.
Sono 67 le aree selezionate. Le aree sono divise in colori: verde smeraldo (punteggio più alto), verde pisello (buono), celeste (isole) e giallo (zone possibili ma meno adeguate). Il costo per la costruzione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi è stimato in 1,5 miliardi. Attualmente i rifiuti radioattivi sono stoccati in tutta Italia in una ventina di depositi locali.
La mappa prevede 23 “zone verdi” distribuite tra Torino, Alessandria, Siena, Grosseto, Viterbo, Matera, Bari e Taranto. La Sardegna, prima ancora della pubblicazione della notizia da parte della Sogin, si è espressa negativamente attraverso il segretario del Pd sardo, Emanuele Cani, e del capogruppo Pd in Consiglio regionale, Gianfranco Ganau: «Apprendiamo che sarebbe prossima la pubblicazione della relazione tecnica predisposta dalla Sogin, per l’individuazione delle aree idonee allo smaltimento di scorie nucleari sul territorio nazionale. In attesa dell’ufficializzazione e che siano quindi pubblicati i risultati dello studio che potrebbe vedere la Sardegna come sede idonea, ribadiamo con forza la contrarietà ad accogliere il deposito di scorie nucleari sul nostro territorio regionale». E poi «l’unanime posizione più volte ribadita dall’intera popolazione sarda», e ancora «una seria mobilitazione in difesa dei sardi», perché la Sardegna «ha già dato tanto al Paese in materia di servitù militari e non solo».
Il ministero dell’Ambiente ha diffuso il seguente comunicato: «Poche ore fa, con il nulla osta del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, la Sogin ha pubblicato sul sito www.depositonazionale.it la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), il progetto preliminare e tutti i documenti correlati alla realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico, che permetterà di sistemare in via definitiva i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività. Un lavoro coordinato congiuntamente dai due ministeri, atteso da molti anni, che testimonia la forte assunzione di responsabilità da parte del governo su un tema, quello della gestione dei rifiuti radioattivi, che comporta anche per il Paese una procedura di infrazione europea: attualmente i rifiuti radioattivi sono stoccati in una ventina di siti provvisori, che non sono idonei ai fini dello smaltimento definitivo».
Il sottosegretario all’Ambiente, Roberto Morassut ha dichiarato: «Si tratta di una forte assunzione di responsabilità da parte del Governo che non si sottrae dal risolvere una questione da anni al centro di dibattito e non più rimandabile. È un provvedimento da tempo atteso e sollecitato anche dalle associazioni ambientaliste, che consentirà di dare avvio ad un processo partecipativo pubblico e trasparente al termine del quale sarà definita la localizzazione dell’opera. Un impegno che questo Governo assume anche in ottemperanza agli indirizzi comunitari e nel rispetto della piena partecipazione delle comunità alle decisioni».
Adriano Pistilli
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