Piante sentinella per combattere le epidemie botaniche

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Il patrimonio boschivo del nostro Paese e più in generale quello europeo sono sempre più spesso attaccati da parassiti o malattie originarie di altri paesi, con conseguenze molto gravi: pensiamo ai castagneti, devastati da un insetto che arriva da Cina e Corea. Oppure alle palme, fatte morire da un insetto chiamato popolarmente punteruolo rosso, anch’esso proveniente dall’Asia. Oppure ai nostri platani: sono attaccati da un fungo proveniente dal Nordamerica che causa il cancro colorato.

Fortunatamente nell’ambito della patologia forestale i ricercatori europei lavorano insieme per capire come risolvere il problema di tante piante autoctone malate, come combattere presenti e future pandemie nel patrimonio boschivo del nostro continente. Esiste quindi un network a livello comunitario che affronta il problema nei diversi ambienti, cercando di prevedere l’ingresso degli organismi patogeni nei nostri territori e di trovare delle soluzioni appropriate.

La maggior parte di questi insetti o funghi arrivano da noi con il commercio delle piante: l’Europa ha infatti una gigantesca mole di scambio di piante ornamentali e per riproduzione. Con la globalizzazione il movimento delle piante è aumentato ed è diventato più veloce che in passato. Esistono regolamenti internazionali che suggeriscono le dovute precauzioni, ma purtroppo mancano le risorse e il personale per poter controllare a dovere questo enorme movimento di piante.

Perciò, se una pianta malata trapiantata alle nostre latitudini porta con sé un parassita in un ecosistema in cui esso non fa parte della fauna locale, non esistono antagonisti in grado di combatterlo. Si tratta di un organismo non riconosciuto dai nostri ambienti, che non hanno meccanismi di difesa per contrastare l’attacco.

Come si affrontano oggi le epidemie botaniche? La comunità scientifica europea ha deciso di andare a studiare le epidemie nei loro centri di origine, dove questi organismi si sono evoluti e co-evoluti. In questi luoghi si trovano gli antagonisti naturali e i geni di resistenza delle piante ospiti – che possono essere riutilizzati in programmi di miglioramento genetico delle nostre piante. Occorre quindi avviare uno studio genetico, ecologico e biologico per raccogliere tutti gli elementi utili per combattere sia gli organismi già presenti che per scoprirne di nuovi potenzialmente pericolosi per l’ecosistema. Si lavora molto con il sistema delle piante sentinella, ovvero con l’utilizzo di piante europee in ambienti esotici per registrare di quali patologie si ammalano, studiarle in maniera approfondita e dare il preallarme.


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