Olio extra vergine di oliva: tra rabbocchi ed etichette, come difendersi dalle contraffazioni
Di NicolettaL’olio extra vergine di oliva, come tutti sanno, è una delle eccellenze alimentari del nostro paese e fortunatamente uno degli ingredienti base della dieta mediterranea. Le proprietà dell’olio evo sono tante e tali da farne anche uno dei condimenti più contraffatti. Propinare come extravergini degli oli di semi colorati con clorofilla e dichiarare come italiani prodotti che tali non sono – conosciamo tutti queste pratiche illecite. Le contraffazioni purtroppo esisteranno sempre, ma le garanzie per il consumatore negli ultimi anni sono aumentate.
Dal 2006 a questa parte per legge non è più consentito presentare sui tavoli dei ristoranti delle oliere del tipo classico (per i contravventori le ammende arrivano fino a 3000 euro). La normativa prevede che l’origine dell’olio sia ben riconoscibile: questo si può fare soltanto presentando una bottiglia con etichetta che indichi luogo di origine e lotto di produzione, meglio se con una bottiglia che non possa essere manomessa, ovvero con un tappo a fascetta.
Dal 1 gennaio 2014 sarebbe dovuta entrare in vigore una normativa europea (fortemente voluta dai paesi del sud Europa) volta a tutelare i produttori e i consumatori, prescrivendo l’applicazione di dispositivi “antirabbocco”, ovvero la vendita dell’olio in bottiglie monouso. La pratica di riutilizzare i contenitori dell’olio è infatti comune in molti ristoranti e servizi di catering senza scrupoli: la bottiglia di un’azienda “seria” può essere riempita anche con oli diversi, sui quali non esistono garanzie. I paesi del Nordeuropa hanno purtroppo osteggiato la ratifica di questa regola a livello comunitario, ma nazioni come il Portogallo hanno deciso di applicarla autonomamente.
L’etichettatura dell’olio è oggi molto curata a garanzia del consumatore contro truffe e contraffazioni. Non soltanto la legge obbliga a fornire una serie di informazioni importanti (origine delle olive, annata di raccolta, lotto tracciabile con codice numerico), ma vieta anche che alcune informazioni siano scritte in caratteri tanto piccoli da risultare quasi illeggibili: ad esempio, il fatto che l’olio in questione sia costituito da un mix di oli provenienti anche da paesi extraeuropei. Per il consumatore, scegliere un olio con etichetta su cui è leggibile l’annata di produzione garantisce che quell’olio sia stato prodotto da un unico lotto di olive di una determinata azienda in una filiera tracciabile.
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