Mastectomia preventiva, il caso di Angelina Jolie

In un lungo e dettagliato articolo apparso lo scorso maggio sul New York Times, Angelina Jolie ha deciso di condividere la propria esperienza nella lotta contro il cancro, raccontando di aver affrontato una duplice mastectomia preventiva dopo aver scoperto di possedere un gene difettoso, il Brca1, che aumenta vertiginosamente le probabilità di ammalarsi di cancro al seno, fino all’87%. La presenza di questo difetto genetico è rilevabile tramite un esame clinico alla quale l’attrice si è sottoposta dopo aver perso prematuramente la madre, morta di cancro nel 2007, a 57 anni. Stesso destino per la zia materna dell’attrice, scomparsa recentemente. Dopo l’intervento, le probabilità di ammalarsi si sono abbassate al 5%. La notizia ha suscitato notevole interesse e ha focalizzato l’attenzione su una metodologia preventiva in effetti non così nota. Le opinioni dei dottori che si sono interessati al caso sono divise. Chi appoggia questo tipo di scelta la considera ragionevole vista l’effettiva percentuale di rischio e l’evidente stress psicologico che comporterebbero i frequentissimi necessari controlli. Esami che risulterebbero infiniti agli occhi di chi dovesse accertare la familiarità al tumore in giovane età, come nel caso dell’attrice, 38 anni e madre di 6 figli. Chi invece in tema di chirurgia preferisce invitare alla prudenza fa presente che esistono, nel campo della prevenzione, terapie farmacologiche mirate, che unite ai controlli periodici possono abbassare notevolmente i rischi senza ricorrere a interventi invasivi. Tutti concordano sul fatto che si tratti di una scelta molto delicata da valutare attentamente caso per caso, senza trascurare l’importanza di un adeguato sostegno psicologico al momento dell’intervento.

Daniela Dall’Alba

Articolo redatto dallo staff di Dottori.it