La manutenzione dei fiumi: la risposta alle esondazioni che ci affliggono

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manutenzione fiumi

Di fronte alle numerose esondazioni fluviali degli ultimi anni è stato messo l’accento su tutte quelle che sono le misure indispensabili a garantire la messa in sicurezza degli argini e degli alvei. La colpa delle catastrofi, infatti, non è solo il risultato di un cambiamento delle precipitazioni nel nostro Paese, ma anche di una continua e sconsiderata urbanizzazione.

Se da una parte è pur vero che sono diminuiti i giorni effettivi di pioggia lieve e sono aumentati quelli con piogge intense, dall’altra è l’uomo a continuare con una gestione territoriale errata. Si continua a costruire lungo gli argini, si pavimentano gli alvei, si restringono i flussi fluviali e si continua imperterriti con il disboscamento, non dando al fiume altro scampo che fuoriuscire dalla sua sede.

Per una corretta gestione ambientale è indispensabile ricorrere alla manutenzione regolare del letto del fiume e alla reintegrazione del suo contesto naturale: ricordiamo infatti che i boschi, ad esempio, hanno anche il compito fondamentale di contenere le acque in eccesso. Muoversi è indispensabile e bisogna farlo presto, visto che i comuni indicati come “a rischio” nel nostro Paese sono davvero migliaia.

Manutenzione dei fiumi: cosa si fa concretamente

Un punto d’intervento fondamentale è quello di rallentare l’impeto dell’acqua durante le esondazioni. La causa di questa forza dirompente è data dalle ondate improvvise dovute al distacco di parte dell’argine. Lungo i corsi d’acqua, infatti, è facile trovare zone di densa vegetazione arbustiva che, se non viene controllata, diventa un’area con alberi d’alto fusto, innestati comunque in un terreno poco stabile. Quando l’acqua del fiume aumenta queste aree arboree tendono a creare sbarramenti che, cedendo poi all’improvviso, portano a ondate pericolose.

Ecco che quindi diventa indispensabile intervenire per ripulire gli argini da queste aree e anche dai residui di ramaglie, massi, detriti, tronchi che si ammucchiano nel suo alveo. Questo, tuttavia, non significa fare tabula rasa di qualunque cosa vi sia nell’letto del fiume, che comporterebbe un’eccessiva alterazione ecologica, ma un’operazione di pulizia mirata e consapevole e alla reintegrazione di quegli elementi naturali più stabili che possono invece aiutare a contenere i flussi d’acqua. In sostanza si richiede quindi un taglio selettivo operato sulla base di studi geologici specifici.

Come si interviene per ripulire l’alveo dei fiumi

Ogni Regione dovrebbe occuparsi della messa in sicurezza dei fiumi, programmando periodicamente degli interventi di manutenzione degli stessi. L’intervento di pulizia dei fiumi da tutti quei materiali che possono ostruire il normale flusso delle acque o che restringono l’alveo va certamente operata, ma sempre in modo consapevole senza distruggere la naturalità fluviale.

Per rimuovere detriti e ramaglie si procede con mezzi d’eccellenza che dispongono di benne bivalve e polipi idraulici. Per togliere invece tronchi, alberi, massi resistenti allo sradicamento è indispensabile qualcosa di più mirato come la pinza per miniescavatore o escavatore. In base al tipo di elementi da togliere si sceglierà una tipologia di pinza differente, in tutti i casi di solito si scelgono pinze bivalve per garantire una presa più salda ed efficace. Questi strumenti per garantire un lavoro ben fatto è bene che siano di alta qualità.

La manutenzione del reticolo minore e il paradosso dei consorzi di bonifica

pulizia fiumi

Quanto mai essenziale è la funzione dei Consorzi nazionali di bonifica e irrigazione per assicurare la sicurezza del territorio. Si tratta di un’organizzazione che gestisce la manutenzione ordinaria del reticolo minore della rete idrica italiana, l’insieme di canali e bacini naturali (esclusi i grandi fiumi e i grandi laghi) che raccolgono l’acqua piovana e le portano vicino agli impianti di idrovore (ne esistono più di 750 in Italia che pompano l’acqua in mare) oppure accumulano l’acqua in vasche da cui poi viene prelevata per l’irrigazione durante il resto dell’anno.

Il pericolo alluvioni nel nostro paese incombe come una spada di Damocle, soprattutto perché con i cambiamenti climatici le piogge si manifestano come “bombe d’acqua”, intense e violente precipitazioni che cadono nel giro di brevissimo tempo. Se l’acqua piovana incontra un terreno coltivato può essere drenata, raccolta e rallentata nel suo movimento, mentre quando incontra cemento e asfalto assume una velocità almeno cinque volte maggiore.

Non dimentichiamo che in Italia si cementificano almeno 136 ettari di territorio al giorno: la pressione dell’uomo sul territorio è quindi altissima, con il risultato che il 70% dei comuni italiani sono definiti dagli esperti come ad alto rischio idrogeologico, ovvero soggetti a frane e alluvioni che poi comportano morti di persone e blocchi per l’economia e altissimi costi per lo Stato. Si calcola che ogni anno si spendano 2 miliardi di euro per rimediare ai danni che si potrebbero invece prevenire e mitigare intervenendo sui punti critici del territorio, che sono ben conosciuti.

Paradossalmente, il parere dei Consorzi di bonifica, che i cittadini possono e in alcuni casi devono obbligatoriamente chiedere prima di costruire edifici di qualsiasi tipo su un territorio a rischio, non è vincolante: si assiste perciò alla costruzione di fabbricati o interi quartieri in zone assolutamente non adatte alla costruzione perché in continuo assestamento – con gli effetti devastanti che tutti conosciamo bene.

2 commenti su “La manutenzione dei fiumi: la risposta alle esondazioni che ci affliggono”
  1. ALESSANDRO LOMI ha detto:

    CERTO CHE DRAGARE I FIUMI E’ IMPORTANTE IO LO SO BENISSIMO MIO PADRE
    LAVORAVA SULLE DRAGHE AVEVANO UN MEZZO VECCHIOTTO PER TUTTA LA PARTE NAVICELLI TOSCANA ECT POI ARRIVVO ‘ UNA BELLISSIMA DRAGA NUOVA MOLTO AVANZATA POI DOPO POCHI MESI LA SPEDIRONO GIU’ A TARANTOED ECCO IL RISULTATO PER OLTRE 15 ANNI NON SI E’ DRAGATO MIO POI E’ ANDATO E NON ANNO FATTO PIU NIENTE ECCO PERCHE’ I NOSTRI POVERI FIUMI ANNO SOFFERTO,,,, QUESTE SONO LE VERITA’ CHE DRAGARE NON COSTA NULLA,,,,,,,,,,,,,,, ADESSO PER FARE POCHI METRI CUBI DI DRAGAGGIO VOGLIONO MILIONI EURO,,,,,,,ECCO IL PUNTO,,,,,,,, LA SOCIETA E’ MARCIA,,,,,,,,,,,,, CIAO E GRAZIE PER LA GENTILE ATTENZIONE,,,,,,,,,,

  2. Fantinato Fantinato ha detto:

    Per risolvere il problema idraulico in italia ci vuole tanta buona volontà,ci vogliono i tecnici che avevano gli imperatori romani ,o anche i tecnici che aveva il cavo.mussolini Benito, con i nostri ingegneri sfornati dalla bocconi la vedo dura.


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