L’evoluzione del clima richiede un’evoluzione culturale
Di Daniele GrattieriNon ci sono più le mezze stagioni. Si dice con una punta di ironia da decenni, ma ora non è più una sensazione: è una tesi provata scientificamente che le precipitazioni atmosferiche sono diventate più intense.
I fenomeni meteorologici sono tutti a base di energia. Il riscaldamento del Pianeta negli ultimi vent’anni (0,7° C per l’atmosfera e circa 0,50° C per gli oceani) significa una maggior quantità di energia in circolazione che determina maggiore evaporazione degli oceani, quindi più umidità dell’atmosfera che a sua volta porta a precipitazioni più intense. E queste ultime, nella maggior parte dei casi si traducono in distruzione.
Come tutti ormai sanno, tutto ciò non è frutto del caso, ma è colpa del fattore umano, ovvero del riscaldamento globale. L’effetto serra è dunque il responsabile dei grandi diluvi, che sono più che triplicati negli ultimi vent’anni. Secondo alcuni calcoli, i danni causati dal clima impazzito si aggirerebbero sui 1600 miliardi di dollari, ovvero 1200 miliardi di euro.
L’Università di Edinburgo ha paragonato le piogge effettive degli ultimi cinquant’anni con quelle che sarebbero teoricamente cadute se l’atmosfera non fosse stata impregnata dai gas prodotti dall’uomo. Le devastanti inondazioni del 2000 in Inghilterra e nel Galles avrebbero avuto il 20% in meno di probabilità di avvenire, senza il riscaldamento globale.
E l’effetto serra non porta solo pioggia, ma anche eventi atmosferici estremi sempre più frequenti. Negli ultimi cinque anni se ne sono verificati minimo uno, ma più spesso anche due o tre l’anno. Nel 2005, siccità in Brasile, monsoni in India e l’uragano Katrina. Nel 2006 Oltre 1000 morti nelle Filippine per un tifone. Nel 2007 siccità e incendi in America e Australia, parallelamente a inondazioni in Inghilterra. Nel 2008 è passato il terribile ciclone in Myanmar che ha mietuto 80.000 vittime. Ricorderemo il 2010 per l’estate torrida a Mosca e le peggiori inondazioni della storia per il Pakistan.
Il 2010 è stato catalogato dalla Nasa e dall’Ente meteorologico americano come il secondo anno più caldo della storia da quando esistono delle misure sistematiche (ovvero dal 1880). E comunque i dieci anni più caldi della nostra storia cadono tutti negli anni 2000, insieme al 1998, che comunque era molto vicino all’inizio del millennio.
E per il futuro, cosa ci aspetta? Purtroppo, un ulteriore incremento degli eventi intensi, in tutte le direzioni: piogge copiose, ondate di calore e di siccità e anche picchi di freddo durante l’inverno.
Nella millenaria storia dell’umanità, molte volte ci sono stati dei “colli di bottiglia”, momenti in cui l’umanità ha rischiato il tracollo. Anche oggi siamo in una situazione simile. Con la differenza che, mentre in passato l’uomo era totalmente dominato dagli eventi naturali, oggi per la prima volta siamo noi che in certa misura possiamo ancora influire sul clima. Abbiamo ancora la possibilità di prepararci un futuro, ma non possiamo permetterci di rimandare ancora e arrivare impreparati.
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