Lana sucida per ripulire il mare dal petrolio: il progetto WOOLRES
Di NicolettaLe chiazze di petrolio che spesso sporcano il mare e le nostre coste sono uno dei tanti disastri ambientali a cui si potrebbe almeno parzialmente rimediare con l’utilizzo di apposite imbarcazioni cariche di lana grezza. Finora il mare in cui viene sversato petrolio viene ripulito utilizzando materiali polimerici di origine petrolchimica, ingegnerizzati in maniera da massimizzare le prestazioni, ma molto costosi e poco amici dell’ambiente per la loro stessa genesi.
Il progetto WOOLRES (acronimo che sta per Wool Recycles Eco System) frutto dell’intuizione e del lavoro di industrie del biellese in collaborazione con il Politecnico di Torino utilizza invece la lana sucida per il recupero del petrolio dall’acqua di mari e fiumi. La lana appena tosata è infatti ricca di lanolina e altre impurità vegetali e minerali che la rendono estremamente coesa e idrorepellente ma lipofila (ovvero in grado di assorbire i grassi). Immersa nell’acqua marina, si imbibisce degli oli inquinanti e costituisce una soluzione efficace, del tutto ecologica e anche economicamente conveniente per contrastare l’inquinamento marino. Infatti la lana tosata dalle pecore allevate non per la produzione di lana, ma di latte e carne è un rifiuto speciale di difficile e costoso smaltimento per gli allevatori. Riutilizzare la lana in questo modo è quindi una maniera per dare valore aggiunto a un rifiuto.
La lana è in grado di assorbire petrolio fino a dieci volte il suo peso, ma poiché può essere nuovamente pressata con opportuni rulli e riutilizzata fino a dieci volte, questo significa che con 1 chilogrammo di lana si possono assorbire 100 chilogrammi di petrolio o catrame. Anche il petrolio recuperato può essere riutilizzato.
Il progetto WOOLRES ha ottenuto un finanziamento dell’UE e della Regione Piemonte: prevede di attrezzare una nave di 50 metri di lunghezza con un kit contenente due paratoie che creano due canali di lavoro ai bordi della nave in cui si sparge la lana sucida, poi recuperata mediante uno scivolo e un sistema di rulli con sgocciolo del petrolio in un serbatoio e ritorno della lana al sistema di spargimento. Con un container di lana si può raccogliere ben 1 milione di litri di petrolio.
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Molto interessante, ma purtroppo non c’è solo il problema delle chiazze: l’inquinamento atmosferico navale sta superando quello da fonti terrestri. È per questo motivo che bisogna pretendere dal Parlamento europeo una normativa più severa, anche firmando questa petizione:
http://www.avaaz.org/it/petition/Stop_allinquinamento_provocato_dai_fumi_delle_navi
Grande iniziativa! Complimenti.