‘La rivoluzione del filo di paglia’: un grande classico dell’agricoltura naturale
Di NicolettaPur essendo uscito nel lontano 1980 (poi ripubblicato in Italia nel 2003 da Libreria Editrice Fiorentina), La rivoluzione del filo di paglia è testo sempre raccomandabile a chiunque, ma soprattutto a coloro che hanno a cuore l’agricoltura sostenibile. Autore del saggio è l’agronomo giapponese Masanobu Fukuoka, che in esso espone le basi dell’agricoltura naturale (in inglese, natural farming), dimostrando come la conoscenza dell’uomo lo sta portando sempre più lontano dalla natura.
Una perfetta definizione dell’agricoltura naturale è “agricoltura del non fare” (in inglese, do-nothing farming), ovvero una pratica che tende a lasciare che le cose vadano secondo natura. L’agricoltore si limita a seminare e raccogliere.
I cinque principi dell’agricoltura naturale sono riassumibili così:
* coltivare, arare, lavorare il terreno non è necessario – né manualmente né con macchinari;
* i fertilizzanti, i concimi e il compost non sono necessari;
* non è necessario rimuovere le erbacce, né meccanicamente né mediante prodotti diserbanti: il terreno deve restare sempre inerbito con piante che fissano l’azoto, su cui si può seminare o piantare direttamente.
* no ai trattamenti fitosanitari e alle lotte antiparassitarie; al limite, nel caso di infestazioni si possono inserire nell’ambiente degli animali antagonisti a quelli che recano danno alla coltura (lotta biologica);
* no alla potatura degli alberi.
Poiché come dicevamo il suolo non viene arato, la germinazione avviene direttamente in superficie. Fukuoka consiglia di rivalutare l’antica tecnica che prevedeva il mescolato dei semi con argilla e talvolta un po’ di humus o compost (al fine di ridurre il numero di semi necessari). Lo stesso metodo che oggi viene comunemente usato nel guerrilla gardening.
Commenta o partecipa alla discussione