La crisi economica come opportunità per cambiare mentalità: tre libri interessanti in proposito
Di NicolettaPresi come siamo dalle difficoltà quotidiane, non tutti ci rendiamo conto del fatto che siamo testimoni e protagonisti di una delle più grandi biforcazioni della storia. Ci troviamo nel pieno di un cambiamento epocale per la specie homo sapiens, del tutto paragonabile al passaggio dalla caccia-raccolta alla coltura agricola, dall’economia agricola a quella industriale. La lettura di qualche libro pubblicato di recente può essere illuminante in questo senso, noi ve ne proponiamo tre. Vedrete che il filo rosso del discorso è l’idea – che finalmente si fa strada – secondo cui uscire dalla crisi non significa soltanto occuparsi dello spread tra BTP e Bund tedeschi, della crescita del PIL, dei consumi da far ripartire, ma guardare oltre queste cose per ritrovare altri valori.
* Il primo testo si intitola Il seme di Pandora, le conseguenze non previste della civilizzazione opera di Spencer Wells, antropologo e biologo allievo di Luca Cavalli Sforza. Il saggio spiega con dovizia di particolari il grande cammino antropologico e sociale dell’umanità ai giorni nostri. E ci invita a trovare la soluzione per uscire dalla crisi economica in un cambiamento di paradigma per il futuro, riassumibile nelle parole volere un po’ di meno, perché a grandi desideri ci sono anche grandi conseguenze – anche e soprattutto dal punto di vista ambientale.
* Un secondo testo, uscito già nel 2010 è quello di Stefano Bartolini, intitolato Manifesto per la felicità. Come passare dalla società del ben-avere a quella del ben-essere.L’autore, docente di Economia Politica all’Università di Siena, effettua un’analisi dei paesi più industrializzati e arriva alla conclusione che dove c’è maggior ricchezza non c’è più felicità, anzi, regna un perenne stato di malessere, di disagio, di conflitto sociale. Un’analisi scientifica con dati chiari che mette a confronto le dinamiche dei vari paesi: risulta chiaro che il grado di soddisfazione delle persone non è correlato all’aumento dei consumi, al contrario. Negli ultimi decenni, abbiamo dato troppo peso alla soddisfazione dell’individuo mediante i consumi e abbiamo perso la qualità più importante della struttura sociale, cioè i valori relazionali – la fiducia nel rapporto tra le persone. Senza contare i problemi ambientali derivanti dal desiderio di una crescita economica infinita.
* Per il terzo testo, bisogna aspettare ancora un mese perché Einaudi ne pubblichi la traduzione italiana. In inglese il saggio si intitola Fault Lines (che sarà verosimilmente tradotto ‘Linee di frattura’) ed è opera del professor Raghuram G. Rajan (a lungo economista del FMI). Si tratta di un libro che stravolge il giudizio prevalente sulla crisi: le difficoltà del nostro tempo non sono limitate all’economia, ma sono da ricercare anche in seno alla società e alla famiglie. A suo avviso questa crisi non è da vedere come un’apocalisse, bensì come un’occasione per rimodellare le nostre abitudini di vita e adeguarci per affrontare una crescita economica contenuta. Sono necessarie riforme pubbliche e stabilizzazione della finanza e una nuova preparazione di giovani e lavoratori per il mercato del lavoro del futuro, che sarà radicalmente diverso da quello del passato – e che non dovrebbe incontrare cieche resistenze da parte dei cittadini.
Commenta o partecipa alla discussione