Il mare come energia rinnovabile, una nuova sfida ecologica
Di NicolettaUn pianeta ricoperto per il 70% di acqua offre un potenziale energetico enorme, difficilmente quantificabile, se si immagina di sfruttare il moto ondoso e le correnti marine per produrre energia elettrica. Un’energia pulita, inesauribile, continuativa. L’attenzione per questo settore è viva, la sperimentazione è in atto non solo lungo le coste oceaniche, ma anche nel nostro mare, in particolare nel Tirreno.
Le possibilità nel nostro territorio sono numerose, e si sta dimostrando l’attuabilità di progetti dai risultati molto interessanti in termini di quantità di energia prodotta. A Formia è in fase di sviluppo il sistema Rewec3, progettato dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria, che si propone di sfruttare le onde all’interno di una diga foranea, con un sistema di compressione ed espansione dell’aria in esse contenuta, trasformata in energia tramite turbine. A Messina invece è già attivo l’impianto Enermar, che sfrutta le correnti marine grazie alla turbina idraulica Kobold, impiantata a circa 150 metri dallo stretto (dal 2006 il sistema è collegato alla rete elettrica nazionale).
Un’altra zona molto importante per sfruttare l’energia marina è la costa occidentale sarda. Ad Alghero, su un progetto del politecnico di Torino, si studiano le potenzialità del sistema Iswec, un dispositivo galleggiante collegato a un generatore elettrico che sfrutta l’inclinazione delle onde e la loro frequenza. Sul canale che collega Pisa a Livorno è stato inaugurato lo scorso giugno l’impianto sottomarino R115, in grado di trasformare onde di diversa lunghezza in elettricità. Questo tipo di sistema offrirebbe anche il vantaggio di essere completamente invisibile dalla costa, diminuendo ulteriormente l’impatto ambientale.
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