Fracking e shale gas: le argomentazioni degli ambientalisti
Di NicolettaInfuria la polemica in America sul fracking (in italiano, ‘fratturazione idraulica’), una procedura per l’estrazione di gas e petrolio che da un lato è stata una svolta epocale per soddisfare al 100% i bisogni energetici degli USA, ma dall’altro sta rivelando dei costi ambientali molto alti.
Nelle formazioni rocciose di scisto (che in inglese si dice shale) si possono trovarsi idrocarburi (gas e/o petrolio) dispersi in piccole fessure. Il fracking è proprio la tecnica usata per trovare le sacche di gas e di petrolio nascoste negli scisti. Le rocce vengono frantumate con una pressione idraulica mediante uno speciale fluido – un gel o una schiuma con materiali solidi in sospensione. Il getto è potenziato da gas compressi (aria o azoto o CO2). Talvolta si utilizzano traccianti radioattivi per seguire l’andamento delle fratture indotte nel sottosuolo. Il gas così ottenuto si chiama shale gas, mentre il petrolio è detto shale oil.
Nel caso del petrolio la trivellazione è orizzontale e riguarda i pozzi di greggio esauriti già trivellati verticalmente, mentre per il gas si sbancano terreni vergini e qui l’impatto è più esteso e le polemiche ambientaliste più forti. Dai processi di fracking fuoriesce infatti anche metano che inquina aria e acqua: dal Colorado al Texas gli allevatori di bestiame sono perciò giustamente sul piede di guerra. Per non parlare della California, dove si comincia a pensare che il fracking possa essere legato anche ai terremoti. Il movimento anti-fracking ha già raccolto scienziati, intellettuali ed esponenti del mondo dello spettacolo come al tempo delle proteste contro la guerra del Vietnam.
Ovviamente i sostenitori del fracking ribadiscono che i danni sono minimi e facili da sistemare. Ed è un dato di fatto che il gas naturale bruciato per produrre elettricità inquina comunque meno della metà del carbone.
Appare poi del tutto insensata dal punto di vista ambientale l’idea di esportare lo shale gas in Europa per sostituire il metano russo : il processo è complicato, costoso ed energivoro: per rifornire il Vecchio Continente con lo shale gas americano sarebbe necessario costruire impianti di liquefazione negli USA, riempire navi cisterna di gas liquefatto a -160 °C, effettuare il trasporto e costruire nuovi rigassificatori in Europa.
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