Il fico d’India: una pianta altamente ecocompatibile

Da sempre simbolo del Meridione e capaci di richiamare alla mente immagini di luoghi caldi e baciati dal sole, i fichi d’India sono anche una specie botanica delle più ecocompatibili.

Infatti questa pianta non necessita nella maniera più assoluta dell’ausilio di prodotti chimici (concimi, fertilizzanti, diserbanti) e non ha bisogno di essere irrigata. Per non parlare del frutto, straordinariamente succulento e ricco di nutrienti. Inoltre, le piantagioni di fichi d’India sono utilizzate come muri tagliafuoco naturali, in quando le piante sono così ricche di acqua da essere capaci di fermare gli incendi in campagna.

Del fico d’India non si butta nulla. Basti pensare che in Messico, il luogo d’origine della pianta, si mangia anche la pala (ovvero, la foglia carnosa), dai fiori si ricavano infusi e dai semi si producono oli essenziali per creme dalle proprietà antiossidanti e capaci di contrastare la formazione di rughe.

I fichi d’India migliori sono quelli della seconda fioritura; secondo la leggenda la loro maturazione tardiva fu scoperta per caso da un contadino che, per invidia del vicino, staccò tutti i fiori della pianta una notte d’estate. Pensava di danneggiarlo, invece d’autunno spuntarono nuovi fiori che diedero vita a un raccolto straordinario.

A seconda delle varietà i fichi d’India possono avere un colore bianco, giallo o rosso. Contrariamente a quanto si pensa, il fico d’India bianco è già perfettamente maturo ed è quello dal gusto più delicato. La maggior parte della coltivazione siciliana è costituita dai fichi d’India gialli ma il gusto più marcato è presente nella varietà “sanguigna”, quella rossa – eccellente anche per preparare un risotto dall’aroma molto particolare .