Economia circolare: quando il ciclo produttivo non si chiude mai
Di NicolettaLa crisi economica e la scarsità di risorse, insieme a un sempre maggiore interesse verso la tutela dell’ambiente rendono sempre più necessario pensare a nuovi modelli produttivi che superino il tradizionale approccio produzione-consumo-smaltimento dell’economia lineare e si orientino invece verso modelli di produzione-consumo-riciclo-riutilizzo, ovvero verso la cosiddetta economia circolare.
Le materie prime nel mondo sono sempre più scarse e il pianeta è sovraffollato: impiegare le medesime materie prime per un unico processo produttivo che al termine di esso finiscono in discarica ormai non è più accettabile e nemmeno possibile per il futuro.
Se ne è parlato giovedì scorso, 19 marzo 2015, a Milano nel corso del convegno CRIET Incontra 2015. Economie circolari e sviluppo d’impresa e del territorio. In esso sono stati presentati i primo risultati di un lavoro condotto dal Centro di Ricerca Interuniversitario sull’economia del territorio.
Dallo studio risulta che il 30% del campione di aziende coinvolte nell’indagine inizia a presentare una forte attenzione per queste tematiche e ha intenzione di investire in questo senso nei prossimi anni. E’ interesse però di queste aziende avere normative sia a livello nazionale che europeo volte ad agevolare il riutilizzo delle materie prime e delle risorse di base, che possono essere reimpiegate nel processo produttivo.
Nel convegno si è anche parlato di analogie e differenze tra economia circolare e green economy, dei rischi, dei costi e dei benefici derivanti per le imprese, di come cambiano le relazioni con i fornitori e le strategie di comunicazione, oltre che delle conseguenze per i consumatori e per il territorio.
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Speriamo che la crisi economica porti anche a qualche effetto positivo, come una maggior presa di coscienza sulle nuove forme di economia!