E’ spiccatamente ambientalista il Noè di Russell Crowe

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Noah_Russel_CroweRussell Crowe è il protagonista dell’ultimo colossal americano uscito da tempo negli USA ma soltanto lo scorso weekend nelle sale italiane. Questa volta, l’attore premio Oscar per Il gladiatore si presenta nei panni di Noè, il patriarca biblico che costruisce l’arca per salvare la sua famiglia e gli animali dal diluvio universale.

La pellicola, che ha conservato il titolo Noah anche in italiano, ha già incassato somme da capogiro nei botteghini di tutto il mondo e ha ricevuto tanti elogi quante polemiche. In alcuni paesi musulmani ne è stata proibita la proiezione perché la religione vieta la rappresentazione dei profeti, mentre molti gruppi evangelici americani hanno criticato eccessive aggiunte rispetto al testo biblico nell’adattamento cinematografico alla trama, peraltro servita in salsa fantasy.

Regista del film è Darren Aronofsky, mentre Russell Crowe impersona ovviamente Noè. Emma Watson è nel film la sua figlia adottiva. Jennifer Connelly è la moglie di Noè e Anthony Hopkins è il nonno Matusalemme.

Oltre ad affrontare alcuni interrogativi della religiosità del nostro tempo, la pellicola ha una chiara impostazione ambientalista. Il diluvio universale è concepito come il castigo di Dio per gli errori degli uomini che sfruttano la terra. Aronofsky ha voluto creare gli animali al computer con effetti digitali, invece di impiegare animali veri sul set. E ha costruito un’enorme arca di legno e bambù sulla costa di New York per riprendere le scene del diluvio. Il Noè del film è un patriarca vegetariano (e almeno su questo punto c’è corrispondenza con il testo biblico) che rivolge all’uomo moderno il monito a rispettare la natura.


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