Come dovrebbero essere le piscine ecocompatibili
Di NicolettaChi ha a cuore l’ambiente trova le piscine tradizionali ad alto impatto ambientale e molto “fuori moda”: l’acqua è un bene sempre più prezioso e non è più il caso di sperperarla allegramente. Per oltre un secolo le piscine sono state uno status symbol ispirato agli stereotipi californiani o australiani, emblema del vero lusso e immancabili nei giardini più chic. In un’era di estrema sobrietà e di maggiore attenzione alla sostenibilità come quella in cui siamo entrati, i manti di plastica, i mastici impermeabili, le tinteggiature stagne e soprattutto l’acqua a sfioro sembrano del tutto fuori da ogni regola del buon senso.
Eppure, nessuno di noi propugna la sparizione delle piscine, basterebbe sfruttare al meglio le moderne tecnologie e inserirsi in modo naturale nel territorio per avere un minore impatto ambientale. Esistono già piscine-laghetto che sfruttano al massimo l’irraggiamento solare per scaldare la casa dietro la quale si trovano, come veri e propri specchi naturali. Negli esempi più avanzati, queste biopiscine sono dei piccoli ecosistemi pluri-modulari in cui un piccolo ecosistema riesce a garantire un’acqua sempre pulita e balneabile. In queste vasche si fanno crescere piante con caratteristiche fitodepurative che evitano di usare il cloro. Alcune di esse si nutrono di elementi minerali inquinanti come fosforo o azoto, altre filtrano le sostanze che intorbidiscono l’acqua, altre (sommerse) producono ossigeno.
Le piscine ecocompatibili del tipo più classico dovrebbero avere queste caratteristiche minime:
* assenza di opere in cemento armato o in altri materiali strutturali che potremmo definire “invasivi”, ma piuttosto in materiali come resine inerti, quarzo e marmo.
* impermeabilizzazioni inerti e chimicamente stabili, prive di additivi inquinanti e di metalli.
* forme integrate nel paesaggio del contesto e che durante la stagione fredda assumano l’aspetto di un laghetto simil-naturale, senza necessità di copertura.
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