Criptovalute green: quali sono e perché sono importanti

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Criptovalute

Il mining delle criptovalute è un processo che richiede enormi quantità di energia elettrica, producendo consistenti emissioni di anidride carbonica (CO2). Si stima che il solo mining di Bitcoin produca annualmente tra i 20 e i 120 milioni di tonnellate di CO2.

Un siffatto impatto ambientale è motivo di grande preoccupazione, che ha determinato una crescente domanda di criptovalute più eco-compatibili e sostenibili, che abbiano un basso consumo energetico e una ridotta impronta carbonica.

Sono nate così le cosiddette criptovalute verdi o “green”, progettate appositamente per essere meno energivore. Esse, infatti, utilizzano meccanismi di consenso alternativi al tradizionale Proof-of-Work, come il Proof-of-Stake, che non richiede l’esecuzione di complessi calcoli matematici e quindi abbassa in maniera significativa il fabbisogno di energia elettrica.

In questo articolo analizzeremo nel dettaglio le caratteristiche di alcune delle principali criptovalute green presenti sul mercato, valutandone i reali benefici ambientali rispetto alle altre valute digitali.

Criptovalute ad emissioni ridotte

la criptovaluta Cardano utilizza un meccanismo di consenso chiamato Ouroboros, che elimina il mining competitivo, affidando il compito di convalida ai nodi che detengono la quantità maggiore di ADA, la criptovaluta nativa. Il risultato è un impatto ambientale di Cardano ridotto del 99,5% rispetto a Bitcoin.

Anche Solana si distingue per la sostenibilità, grazie al suo algoritmo proof-of-history che permette di validare le transazioni in modo estremamente rapido ed efficiente. Solana consuma meno di 1/10 dell’energia di Ethereum pur supportando oltre 50.000 transazioni al secondo.

Questi progetti dimostrano come sia possibile disegnare protocolli sicuri e scalabili con un’impronta ambientale minima, punto chiave per la diffusione di criptovalute veramente eco-friendly.

Scegliere fonti di energia rinnovabile

Un altro modo per rendere il mining di criptovalute più sostenibile è utilizzare fonti di energia rinnovabile come l’energia solare o idroelettrica. Alcune aziende che gestiscono mining farm hanno iniziato a spostare le loro operazioni in luoghi con abbondante energia rinnovabile, come ad esempio in Scandinavia vicino a impianti idroelettrici.

Anche i singoli miner possono fare la loro parte scegliendo di alimentare i propri dispositivi di mining con energia proveniente da pannelli solari. In questo modo l’impronta di carbonio dell’attività viene notevolmente ridotta.

Compensare le emissioni

Per le criptovalute che ancora utilizzano il mining proof-of-work, molto energivoro, alcune società stanno cercando di compensare le emissioni di CO2 acquistando crediti di carbonio certificati.

Un esempio virtuoso è Crypto.com, popolare piattaforma di exchange che emette anche una propria criptovaluta chiamata CRO. Crypto.com si è impegnata a compensare il 100% delle emissioni di gas serra legate alle sue attività di business, incluse quelle derivanti dall’utilizzo dell’energia per le operazioni sulla blockchain. L’obiettivo è raggiungere la carbon neutrality, un traguardo importante per un’azienda di queste dimensioni.

Ma anche singoli utenti e investitori possono dare il proprio contributo, compensando volontariamente la propria impronta carbonica. Ad esempio effettuando donazioni a progetti certificati di rimboschimento e tutela delle foreste, come quelli promossi da ONG ambientaliste. Oppure acquistando crediti di carbonio generati da impianti di energia rinnovabile da fonti pulite. Si tratta di soluzioni semplici ed efficaci che permettono di bilanciare il peso delle emissioni prodotte dalle attività di mining e trading di criptovalute sull’ambiente.

Criptovalute carbon-negative

Alcuni progetti stanno spingendo l’innovazione ancora oltre, sviluppando crypto che non solo compensano le proprie emissioni ma addirittura le assorbono attivamente dall’atmosfera diventando carbon-negative.

Un esempio virtuoso è Moss.Earth, la cui criptovaluta integra nel proprio protocollo il finanziamento di progetti ambientali. In particolare, una percentuale dei proventi viene investita nella messa a dimora di alberi e nel ripristino di ecosistemi degradati in diverse aree del mondo. Grazie a questo meccanismo ingegnoso, le attività legate a Moss.Earth finiscono per rimuovere più CO2 di quella effettivamente prodotta dalle operazioni di mining e transazione.

Stessa strategia per Nano, che devolve una parte dei suoi fondi a sostegno di iniziative certificate di riforestazione in Amazzonia. L’obiettivo è assorbire grandi quantità di anidride carbonica tramite la crescita di nuove foreste, andando così a bilanciare e superare l’impronta carbonica della criptovaluta.

Entrambi questi progetti dimostrano come sia possibile progettare valute digitali ad impatto ambientale negativo, che quindi migliorano attivamente la salute del pianeta.

Scegliere progetti green

Infine, gli investitori possono scegliere responsabilmente puntando su criptovalute i cui protocolli o roadmap includono obiettivi di sostenibilità ambientale.

Ad esempio, Ethereum ha in programma di convertire la propria rete al meccanismo di consenso Proof of Stake, molto meno energivoro. Anche il popolare exchange Coinbase si è impegnato a diventare carbon neutral entro il 2030.

Informarsi sulle pratiche di sostenibilità dei vari progetti può aiutare gli investitori a identificare le criptovalute con il minor impatto ecologico.

Come rendere le criptovalute più ecologiche e sostenibili

Il settore delle criptovalute ha certamente una responsabilità nel rendere le proprie attività più rispettose dell’ambiente. Minimizzando il consumo energetico, compensando le emissioni, utilizzando fonti rinnovabili e sostenendo progetti green, i vari attori di questo mercato possono contribuire attivamente alla lotta contro il cambiamento climatico. Le soluzioni tecnologiche e le scelte consapevoli già esistono. Sta ora agli sviluppatori, miners, investitori e aziende fare la propria parte per costruire un sistema finanziario digitale realmente sostenibile.


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