Cosa sono i tranciati di legno e l’impiallacciatura
Di WalterI tranciati sono i semilavorati in legno più affascinanti per la loro grande varietà di utilizzo e per la possibilità di ottenere diverse varianti di colore e disegno.
Le caratteristiche del singolo albero influenzano notevolmente la riuscita del prodotto, e le diverse tecniche di lavorazione ne fanno un’arte antica e preziosa.
L’impiallacciatura è un metodo di lavorazione del legno che risale a circa 4000 anni fa, come dimostrano alcuni oggetti ritrovati nelle tombe dei Faraoni Egizi.
I primi produttori di tranciati su larga scala furono gli americani nel 1800, che impiegavano un macchinario rudimentale di 1,5 metri di larghezza. Successivamente, i Francesi seguirono nel 1870, mentre in Italia, a Cremona, nel 1901, introdussero la prima trancia orizzontale.
Che cos’è l’impiallacciatura
L’impiallacciatura consiste nell’applicare per incollaggio un sottile foglio di legno di spessore uniforme su un supporto stabile, che può essere un pannello di diverse specie legnose, come ad esempio multistrato, listellare, truciolare o mdf. I piallacci sono impiegati per rivestire ed abbellire elementi di arredo, per cui vengono utilizzati legnami pregiati. L’impiallacciatura ha consentito la realizzazione di manufatti in legno non soggetti a spaccature e deformazioni tipiche del legno massello. Ha permesso l’utilizzo di specie legnose non adatte all’impiego sotto forma di massello come le radiche e le specie esotiche e ha ridotto il consumo di legno nell’industria del mobile.
Che cos’è la tranciatura
La tranciatura è l’operazione che consente la produzione del tranciato. Si tratta di un tronco scortecciato, vaporizzato e squadrato fissato a una base di appoggio che, attraverso un movimento di traslazione, viene spinto verso un sistema di taglio dotato di coltello e barra di pressione. Le operazioni successive sono l’essiccazione, la taglierinatura che regolarizza i bordi laterali, la giuntatura laterale che consente di ottenere fogli della larghezza adeguata al supporto su cui verranno incollati. I piallacci così ottenuti sono detti naturali, e una ulteriore lavorazione può essere la tintura che può avvenire sul piallaccio grezzo o successivamente, quando il tranciato è applicato al pannello.
Lo spessore del tranciato si misura abitualmente in decimi di millimetro. Gli spessori di tranciato più comuni sono il 6/10 per la ricopertura dei pannelli, e il 10/10 o il 20/10 per realizzazioni di falegnameria più pregiate.
Sistemi di tranciatura
La tranciatura “sul piatto” all’italiana prevede che il legno venga tagliato in fogli paralleli a una delle facce, ottenendo fogli che presentano fiamme sia agli estremi che nella parte mediana.
La tranciatura “alla svedese” prevede che il legno venga tagliato in quarti di tronco in direzione tangenziale, evidenziando le curve degli anelli di accrescimento e ottenendo piallacci con disegno fiammato.
La tranciatura “alla francese” prevede che il taglio venga effettuato sulla sezione di tronco sezionato a quarti in direzione parallela al raggio, ottenendo il disegno fiammato. Se il quarto viene tranciato in direzione parallela a uno dei lati smussati, si ottengono fogli con disegno rigato.
La tranciatura a mezzo tronco prevede che il taglio venga effettuato in direzione parallela al diametro del tronco.
La tranciatura a falsi quarti prevede che la tranciatura si effettui nella direzione del lato minore per ottenere fogli con venature a disegno fiammato.
La tranciatura eccentrica prevede che i piallacci ottenuti siano archi di circonferenza di raggio decrescente con disegno semifiammato.
Quali sono le proprietà del tranciato di legno
Le caratteristiche del tranciato dipendono da tre diversi aspetti: il disegno o figurazione, la trama e la tessitura. Il disegno delle venature dipende dalla proiezione degli anelli di crescita annuali, dall’essenza legnosa, dalle caratteristiche del tronco e dalla direzione del taglio.
Il piallaccio può essere rigato con venature parallele rispetto a un lato del foglio, fiammato con venature a forma di fiamme o a metà fiamma con venature ad andamento semicircolare. La trama e la tessitura sono date dalla distribuzione dei caratteri strutturali del legno, che dipendono in parte dal metodo di tranciatura, ma principalmente dalle caratteristiche naturali del singolo albero.
Da questo punto di vista, il tranciato può essere dritto a fibre regolari, irregolare a fibre contorte, trasversale con fibre non parallele all’asse di crescita dell’albero, occhiolinato, piumato, pedule, radica, frisé, pomelé, marezzato o maglié.
L’utilizzo dei tranciati nei bordi
Con l’avvento della produzione in grande scala dei tranciati, sono diventati sempre più comuni i bordi, ovvero delle strisce di piallacci che vengono utilizzate per rivestire i supporti sul loro spessore. Questi bordi sono disponibili in diversi spessori, che vanno da 0,3 a 2 mm, e in altezze che vanno da 14 a 300 mm. Sono confezionati in bobine e giuntati in testa nel senso delle fibre e a pettine per nascondere la giuntura. Per applicare i bordi si utilizzano bordatrici, che applicano i bordi sul supporto tramite l’utilizzo di colle termofusibili.
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Si ringrazia il sito www.aresca.it per aver fornito questo contenuto
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