Come funziona il crowd-farming?
Di NicolettaIl crowdfarming consente il contatto diretto tra agricoltori e consumatori con due benefici: rendere più trasparente la produzione agricola o zootecnica e accorciare la filiera.
Nel crowdfarming gli agricoltori cercano su Internet dei clienti diretti per i loro prodotti, che adottano a distanza ad esempio un alveare o un albero di arancio o una pecora. In pratica con il crowdfarming il cliente ordina la derrata alimentare direttamente dal produttore, che poi lo coltiva o lo alleva in sua vece.
La scelta dei prodotti offerti con il crowdfarming spazia dai frutti (come arance o melagrane) a prodotti trasformati come l’olio d’oliva e prodotti animali come il formaggio o la lana. La piattaforma internazionale Crowdfarming.com offre una buona panoramica delle possibili partnership. Raccoglie offerte dall’Europa e dal mondo intero (al momento non ci risulta che ci siano dei produttori iscritti dall’Italia). Gli agricoltori presentano sé stessi e i loro progetti con descrizioni e immagini.
La filiera corta presenta vantaggi per gli agricoltori e i consumatori:
* Gli agricoltori possono pianificare meglio la produzione.
* Gli acquirenti sanno esattamente da dove proviene il loro cibo e come viene prodotto.
* La filiera corta protegge gli agricoltori dall’eccessivo abbassamento dei prezzi da parte dei grossisti e rende i prezzi più trasparenti per i consumatori.
Ma attenzione: il semplice fatto di evitare una lunga catena di fornitura non rende automaticamente il prodotto più sostenibile. Vale la pena di valutare meglio alcuni aspetti:
* L’agricoltore produce qualità biologica certificata?
* Ci sono valutazioni positive da parte di altri clienti?
* Il rapporto prezzo/qualità è adeguato? Conviene stimare il prezzo per un chilo di raccolto e confrontarlo con i prezzi dei negozi o mercati biologici.
* È opportuna la spedizione diretta? Per gli agricoltori, l’invio della merce richiede spesso un grande sforzo, in quanto devono imballare e spedire i loro prodotti separatamente per ogni sponsor. Soprattutto per i prodotti provenienti dall’estero, questo modo di agire può essere meno sostenibile di un trasporto collettivo verso un cliente più grande.
* Come vengono confezionati i prodotti? La preferenza deve andare a chi offre un imballaggio privo di plastica.
In caso di dubbio conviene continuare a fare la spesa in un mercato biologico locale, in cui siano garantiti alimenti certificati, meglio se venduti sfusi o confezionati in modo sostenibile. Molti punti vendita lavorano anche con agricoltori biologici selezionati, evitando così anche una lunga filiera di approvvigionamento.
Commenta o partecipa alla discussione