Come avviene il riciclo delle bottiglie di plastica

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bottiglie di plastica

La plastica è indubbiamente uno dei materiali più amati e utilizzati dei tempi in cui viviamo. Il suo ampissimo utilizzo costituisce però anche un problema: basti pensare che oggi utilizziamo 20 volte più plastica di quanto facevamo 50 anni fa. In compenso, oggi una maggiore consapevolezza ambientale ci porta ad allungare la vita di questo materiale riutilizzando gli oggetti di plastica più volte possibile per poi passare al loro riciclo.

Nel mondo odierno, caratterizzato da un consumo crescente di prodotti confezionati, la plastica rappresenta quindi un materiale ampiamente utilizzato, ma il suo smaltimento improprio ha un impatto significativo sull’ambiente. In questo contesto, il riciclo delle bottiglie di plastica assume un ruolo fondamentale per la tutela del pianeta.

Come viene riciclata la plastica

Il processo di riciclaggio della plastica può essere riassunto in breve in base a queste operazioni:
* smistamento, principalmente automatico mediante raggi infrarossi e suddivisione in vari tipi di plastica;
* suddivisione per colore (bianco, blu, verde e altro);
* lavaggio;
* trinciatura/pellettizzazione, ovvero riduzione in scaglie;
* fusione.
(gli ultimi due processi possono anche essere invertiti nell’ordine)

Esistono molti tipi di plastica e non tutti sono riciclabili in maniera efficiente in tutti i paesi. Questo significa che alcuni oggetti di plastica in Italia continuano a essere sversati nelle discariche oppure bruciati negli inceneritori (termovalorizzazione), oppure inviati in paesi stranieri dove esiste già la tecnologia per riciclarli.

Con la plastica riciclata, ovvero con la materia prima secondaria si conservano caratteristiche tecniche e chimiche assai simili a quelle iniziali. Questo materiale è adatto per produrre moltissimi oggetti tra cui:
* altre bottiglie di plastica;
* pavimentazioni e infissi;
* pannelli per l’isolamento degli edifici;
* custodie per CD, DVD e simili;
* arredi per giardini e recinzioni;
* compostiere, capanni da giardino, contenitori per la raccolta dell’acqua piovana;
* la fibra sintetica chiamata pile;
* fibra per imbottitura di sacchi a pelo e piumini;
* accessori per ufficio.

Riciclo della plastica: la situazione dell’industria in Italia

Riciclo della plastica

Secondo alcune stime, con un potenziamento della green economy si potrebbero creare oltre 20.000 posti di lavoro. In particolare per l’Italia, quello della plastica può essere uno dei comparti che si riveleranno strategici per sostenere la nostra economia. Siamo stati un paese pioniere in questo settore, fin dai tempi in cui Giulio Natta si aggiudicò il premio Nobel per la chimica grazie all’invenzione del polipropilene elastico (più noto con il nome di Moplen) facendo conquistare alla Montecatini un posto di primo piano a livello mondiale.

L’industria della plastica in Italia rappresenta un comparto significativo, con una forte presenza sul panorama europeo. Si contano circa 11.000 imprese attive nel settore, pari al 22% del totale europeo, di cui circa 5.000 operano nella prima trasformazione e impiegano circa 110.000 addetti, rappresentando il 6,8% della forza lavoro europea nel settore.

In termini di fatturato, il settore plastico italiano ha generato nel 2022 un valore complessivo di circa 30 miliardi di euro. Un dato particolarmente interessante riguarda le aziende che si occupano del riciclo della plastica, le quali hanno registrato un aumento del fatturato del 18% nel 2022 rispetto all’anno precedente, dimostrando una crescita dinamica e un’attenzione crescente verso la sostenibilità ambientale.

L’intera filiera plastica in Italia dà lavoro a circa 160.000 persone. All’interno di questo scenario, emerge un ruolo di primo piano per il riciclo meccanico della plastica. Nel 2022, le aziende che operano in questo settore hanno registrato un trend positivo del +67% rispetto al 2021, evidenziando una forte spinta verso l’economia circolare. Attualmente, si contano circa 200 imprese dedicate al riciclo meccanico della plastica, concentrate principalmente nel Nord Ovest (40% degli impianti), Nord Est (30%) e Centro Italia (9%).


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