Come coltivare un bonsai kokedama
Di NicolettaSono sempre più numerosi gli italiani che si dedicano al giardinaggio e all’agricoltura; e così, tra bulbi, talee e potature, si moltiplicano le fiere e le manifestazioni di settore con importanti novità che diventano vere e proprie mode.
Dalle antiche tradizioni del Giappone è arrivato ultimamente anche in italia il kokedama, un particolare tipo di bonsai, adatto anche a chi non possiede il famoso pollice verde, perché richiede pochissime cure.
Questo tipo di coltura, che letteralmente in giapponese significa “palla di muschio” consiste nel piantare qualsiasi tipo di pianta in un terriccio prelevato dal fondo delle risaie giapponesi, così ricco di nutrienti da permettere alle piante di non crescere in dimensioni. Le radici della pianta sono quindi immerse in questo terriccio, che viene poi avvolto in una palla di muschio.
Questo tipo di piantina è facile da gestire: non richiede concimazione, deve soltanto essere spruzzata con acqua per mantenere vivo il muschio. Quando la pianta è in una situazione di carenza idrica deve essere immersa in un’acqua il meno calcarea possibile. Queste “perle di muschio” sono versatili e possono trovare posto ovunque, anche in un vecchio mattone di tufo, in una ciotola su un vassoio oppure essere appese al soffitto mediante apposite retine metalliche a maglie fini: in giro per il mondo sono già una vera moda – si chiamano string gardens.
Chi volesse crearsi il suo kokedama da zero dovrebbe scegliere una piantina di piccole dimensioni adatta alla vita in appartamento; consigliamo una felce e una pianta grassa. In un garden center bisogna poi trovare i terricci chiamati Keto e Akadama e miscelarli. Dentro una bacinella, si inumidiscono i terricci e si circondano le radici della pianta formando una sorta di sfera, che deve poi essere totalmente ricoperta con muschio vivo, lasciata in una bacinella con acqua per impregnarsi bene, poi sistemata dove ritenete più opportuno.
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