Che cos’è la Carbon Capture & Sequestration?
Di NicolettaCarbon Capture & Sequestration, anche nota con la sigla CCS è un’espressione che indica una speciale tecnologia per catturare le molecole di CO2 prodotte nelle centrali elettriche che bruciano carbone e iniettarle e stoccarle sotto terra. Quando fu lanciata l’idea, fu salutata con estremo entusiasmo sia dalle aziende petrolifere che dai governi, ma a distanza di qualche anno il processo si è rivelato più problematico, inquinante e costoso del previsto.
Per essere precisi, occorre spiegare che esistono due tecniche di CCS: la prima, chiamata in gergo scrubbing, consiste nel raffreddare i fumi della combustione fino a 2 °C, nel farli passare all’interno di un solvente grazie al quale la CO2 viene trasformata in bicarbonato di ammonio – una molecola scindibile in ossigeno e azoto (che evaporano) e in anidride carbonica, che viene “stoccata” nel terreno (il solvente può essere recuperato).
La seconda tecnica invece prevede una cattura precedente alla combustione: il carbone viene scaldato insieme all’ossigeno in una sorta di vasca e i gas prodotti vengono passati in altri tre contenitori nei quali si trovano vapore e altre sostanze che riescono a separare l’anidride carbonica.
Come si può intuire, in entrambi i casi il costo della cattura della C02 diventa altissimo, anche se in molti continuano a crederci e a lavorarci. Attualmente sono in corso di realizzazione una sessantina di centrali nel mondo, di cui 12 sono già operative – in Italia soltanto una centrale Enel a Brindisi, ma la C02 viene stoccata in Emilia, quindi deve fare un lungo percorso su strada.
Sottolineano la buona volontà ma anche l’incongruenza dell’idea soprattutto gli ambientalisti americani, ma del resto credere che si possa un giorno raggiungere l’obiettivo del carbone pulito è davvero difficile per tutti.
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Che sappiate si tratta di Scrubbing fisico o di Scrubbing chimico?