Bioplastica a degradazione rapida, derivante dagli scarti di legno
Di Serena BertainaChe la plastica sia dannosa per l’ambiente oramai è un’ovvietà. Spesso per il semplice fatto che viene utilizzata in moltissimi settori non si dà peso alla sua pericolosità. Ma dalla produzione fino allo smaltimento la plastica è considerata dalla comunità scientifica un materiale altamente pericoloso.
Per questo motivo, da anni l’obiettivo degli scienziati è quello di produrre forme eco-compatibili di questa sostanza. A questa volontà risponde la bioplastica che nasce dagli scarti del legno ed è biodegradabile nell’arco di tre mesi.
Caratteristiche della bioplastica da legno
Per realizzare la bioplastica in passato si sono utilizzate vari materiali naturali: gusci d’uovo, piante e perfino gli scarti della produzione di tequila. Più di recente si è passati ai trucioli di legno: adoperando un solvente biodegradabile è possibile trasformare la segatura in un composto di polimeri organici e cellulosa con legami a idrogeno a livello nanometrico. Questo tipo di bioplastica sfrutta infatti la lignina, un composto naturale presente nel legno e negli scarti dell’industria della carta e del legname, per creare materiali che non solo riducono la dipendenza dai combustibili fossili, ma offrono anche tempi di degradazione molto più rapidi rispetto alle plastiche convenzionali.
La lignina è una delle principali componenti del legno e delle piante, e conferisce loro resistenza e rigidità. Durante i processi di lavorazione del legno, grandi quantità di lignina vengono prodotte come scarto. Utilizzare questi rifiuti per produrre bioplastica consente non solo di valorizzare una risorsa che altrimenti sarebbe stata sprecata, ma anche di ridurre l’impatto ambientale legato alla produzione di nuovi materiali.
Da un confronto con la plastica tradizionale sono emersi dei dati incoraggianti: dei fogli di bioplastica da legno, coperti da terriccio, sono risultati rotti a distanza di due mesi e completamente decomposti dopo novanta giorni. Inoltre il nuovo materiale si è dimostrato resistente alle sollecitazioni meccaniche, stabile a contatto con i liquidi, resistente alla luce ultravioletta e in possesso di una notevole stabilità termica.
Altro particolare interessante: la bioplastica da scarti legnosi può essere ricondotta alla sua forma liquida originaria con il riutilizzo del solvente. In altre parole la bioplastica da legno è riciclabile oppure biodegradabile. Questo tipo di plastica eco-friendly può essere impiegata per usi diversi tra cui: sacchetti di imballaggio, pellicole, prodotti per l’industria automobilistica, edilizia.
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