Biodiesel per pescherecci ricavato dall’olio di frittura: una realtà a Trieste
Di NicolettaSicuramente la molla che ha fatto nascere l’idea è il bisogno di risparmio, ma anche l’ambiente ringrazia: stiamo parlando dell’iniziativa elucubrati dai pescatori di Trieste di utilizzare come carburante l’olio esausto usato per friggere – visto che i prezzi del gasolio sono da tempo proibitivi.
La cui materia prima da cui si ricava questo carburante ecologico viene raccolta presso ristoranti e in occasione delle sagre di paese. Tutti a recuperare l’olio vecchio (tra l’altro, smaltire l’olio per la frittura non è una procedura semplice).
La materia vegetale viene lavorata in maniera apposita e trasformata in biocarburante, pronto per essere immesso nei motori diesel. Il risparmio che ne deriva non è da poco, considerando che nella Venezia Giulia si consumano ogni anno circa 400.000 litri di carburante. Utilizzando lo scarto dell’olio di frittura il risparmio arriva a 300.000 euro l’anno. Infatti, mentre il gasolio costa 80 cent al litro, questo biodiesel ne costa soltanto 18. Alla minore spesa si associa il minore impatto ambientale, perché la lavorazione dell’olio è comunque meno inquinante della raffinazione del greggio.
L’interesse per il biocarburante è molto apprezzato dall’Unione Europea, che si è prefissa di sostituire il 10% dei carburanti fossili con biocarburanti entro il 2020.
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