Batterio killer degli ulivi nel Salento: due ipotesi sulle cause
Di Daniele GrattieriÈ stata aperta un’inchiesta in Puglia per capire l’origine del killer degli ulivi. Un batterio che ha già distrutto un milione di esemplari. La procura di Lecce sta valutando due piste: una riguarda un workshop svoltosi a Bari nel 2010. Durante i lavori fu autorizzata per fini scientifici l’introduzione in Italia di germi patogeni per alcune sperimentazioni. Le seconda ipotesi, peraltro ritenuta più verosimile, è quella dell’arrivo del “cancro” attraverso l’ingresso in Italia di piante ornamentali importate dall’estero. La magistratura sta allargando il fronte delle indagini anche su eventuali responsabilità colpose relative a probabili ritardi tra i primi disseccamenti, registrati nel 2011, e l’allarme: un tempo troppo lungo, che avrebbe permesso lo sviluppo rapido del batterio che sta decimando gli ulivi secolari salentini. Il dieci per cento del patrimonio leccese è già stato intaccato. Intanto il Governo ha nominato un commissario straordinario per organizzare l’espianto degli esemplari malati: l’epidemia infatti sta galoppando e la velocità di diffusione del contagio è spaventosa: nel giro di 2-3 settimane si sono aggiunti una decina di nuovi comuni pugliesi. Quando il batterio raggiunge la pianta, non c’è più nulla da fare: cominciano a morire le foglie a partire dai rami più alti e poi la malattia si estende rapidamente alle altre parti. L’unica soluzione è tagliare la pianta, per evitare che l’insetto la usi come tappa per raggiungere altri ulivi.
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