Autoproduzione di germogli bio: costo zero e chilometri zero

Di
Germoglio bio

L’autoproduzione di germogli bio è semplicissima e si può fare senza germogliatore. Si tratta della soluzione per avere sempre germogli freschi ed ecosostenibili, fatti in casa spendendo pochissimo.

Il germoglio è lo stadio iniziale dello sviluppo di qualsiasi organismo vegetale. Un seme che germina è l’emblema della forza vitale, del potenziale nascosto e dell’energia. E non solo metaforicamente, anche dal punto di vista nutrizionale.

Perché autoprodurre germogli bio?

L’autoproduzione è la scelta ideale in tema di sostenibilità ed ecologia; la possibilità di coltivare i propri germogli, poi, dà la garanzia della totale assenza di agenti inquinanti e conservanti.

Produrre da sé i germogli, con metodi semplici, accessibili e senza che sia necessario acquistare un germogliatore, permette di poterli mangiare e consumare il prima possibile, quando tutte le loro proprietà e i preziosi valori nutrizionali sono al massimo.

Nessun trasporto, magazzino, nessun imballaggio a contatto con questi che sono, in assoluto, il cibo degli dei.

Che cosa contengono i germogli da autoproduzione?

Ogni germoglio contiene un concentrato straordinario di elementi: enzimi, vitamine, sali minerali e amminoacidi essenziali. Il tutto in concentrazioni massime e incredibili. In media i germogli contengono 10 volte la quantità di principi nutritivi che contengono le piante adulte. La germinazione, inoltre, rende il seme perfettamente digeribile e permette quindi di consumarlo crudo, in perfetto stile crudista.

Come produrre germogli bio a costo zero?

Ecco qui come autoprodurre i propri germogli a km zero, a costo zero e da semi 100% bio. L’occorrente è semplice: un vaso di vetro e un elemento per scolare, come per esempio un colino. Meglio ancora un piccolo quadratino di tulle da confetti con un elastico che, fissati in cima al vaso di vetro, serviranno a scolare senza dover, ogni volta, utilizzare il colino.

Questi strumenti sono perfetti per tutti i semi, tranne per quelli mucillaginosi per cui l’ideale è un procedimento leggermente diverso e un contenitore basso e ampio che permetta ai semi di stare sospesi e lasciare che solo le radici vadano a contatto con l’acqua.

Fase 0: l’acquisto

È ovvio che per garantirsi germogli bio, occorre acquistare semi bio. In realtà è fortemente sconsigliato far germogliare semi che non siano biologici: spesso questi semini vengono trattati con delle sostanze per mantenerli e conservarli nelle bustine.

Si possono far germogliare semi di ortaggi come l’aglio, il crescione, il broccolo, il lino, il girasole, il papavero, il basilico, la cipolla, il fieno greco, il ravanello… Ma sono adatti alla produzione di germogli anche i legumi come lenticchie (nella foto in alto), ceci, fagioli di soia azuki, soia gialla, piselli e cereali come orzo, riso, miglio, grano, quinoa.

germogli

Fase 1: la reidratazione dei semi

Acquistati i semi, i cereali o i legumi bio, è il momento di reidratarli. A seconda della grandezza dei semi, ci vogliono un numero di ore diverso perché tornino alla loro condizione originale. Dalle 2-3 ore per i semi di alfa-alfa o per i semi di ravanello a tutta la notte in caso di grossi legumi come i ceci.

Fase 2: la scolatura dei semi

Una volta che i semi sono stati reidratati, non hanno più bisogno di tanta acqua, anzi. L’acqua va usata per sciacquare e inumidire i germogli fino a che non avranno completato la loro maturazione ma, poi, va sempre scolata. A ogni risciacquo il vaso va lasciato qualche minuto a testa in giù per permettere a tutta l’acqua in eccesso di andarsene.

I germogli si devono sciacquare e scolare un paio di volte al giorno per qualche giorno.

Fase 3: l’esposizione al sole dei germogli

È buona regola quella di lasciare i semi al buio per agevolare la germinazione. Per buio si intende sia un armadietto della cucina o anche la luce filtrata di un panno, non serve chiuderli in un cassetto.

A seconda dei semi possono essere necessari dai 3 ai 5/6 giorni per avere dei germogli completi.

Ed è importante che, quando sono spuntate le foglioline, i germogli siano esposti al sole per agevolare la produzione di clorofilla, sana, energetica e preziosa anche per il nostro sistema immunitario oltre che per quello delle piante. Una volta arrivati alla dimensione desiderata, la crescita dei germogli da autoproduzione va interrotta ponendoli in frigorifero, in contenitori ermetici. Vanno poi consumati entro 3-4 giorni.

Con che cosa abbinare i germogli?

I propri germogli bio autoprodotti a costo zero si possono consumare in decine di piatti e abbinare a verdure, frutta e cereali. Crudi ma anche sbollentati o saltati in padella. Da unire all’insalata, alle minestre, alla pasta fredda, da mangiare con il riso integrale, il cous cous e le verdure o la pizza. Per farli consumare ai bambini si possono frullare – anche in piccole dosi vista la loro carica di nutrienti – e aggiungerli ai frullati o ai succhi, alle polpette, al sugo, al pesto…

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