Aumentare la qualità degli acquisti e diminuire gli sprechi: la riscoperta dell’economia domestica
Di NicolettaIn un interessante articoletto comparso su La Stampa nei giorni in cui la maggior parte degli italiani era in ferie e dai telegiornali arrivavano notizie assai poco rassicuranti sulla siccità che sta colpendo gran parte dell’emisfero nord, Andrea Segrè, il docente di Politica agraria presso l’università di Bologna, dei cui libri siamo soliti raccomandare la lettura individua nelle liste della spesa “bloccate” e nella preferenza per la qualità e la filiera corta le uniche armi a disposizione del consumatore.
I costi delle materie prime sono solo destinati a crescere, ma il nostro modo di fare la spesa può diventare un vero e proprio atto dalle conseguenze economiche e politiche. Se non si è già iniziato a farlo, dare la preferenza alla filiera corta, ovvero quel sistema di distribuzione che fa viaggiare poco i prodotti, valorizzando quelli prodotti nelle vicinanze (se non proprio a chilometri zero). Ridurre il numero di acquisti inutili (ma a questo forse gli italiani si sono più abituati negli ultimi anni). Stilare una lista di ciò che ci serve e attenerci strettamente a quella, senza lasciarsi distrarre da altre tentazioni. Ridurremo anche la quantità di rifiuti.
Certo, quando aumentano i prezzi vengono al pettine tutti i nodi che bloccano la nostra filiera alimentare: percorsi inadeguati, organizzazioni agricole poco coese, grande distribuzione che la fa da padrona. Però forse impareremo anche a dare al cibo il valore che merita – una necessità e un piacere che troppo spesso per chi ne ha a iosa diventa qualcosa di cui abusare.
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Ora mai dobbiamo cercare di sfruttare ogni parte dei prodotti comprati. Si deve far ricorso alla cosiddetta “ecocucina”, come unica soluzione per far fronte alla crisi e all’aumento dei prezzi delle materie prime.
Sinibaldi traslochi.