Gli antichi, l’ambiente e l’elemento acqua
Di Eleonora PittalugaOggi parliamo di qualcosa di insolito, ma interessante: il rapporto che con l’acqua avevano gli antichi abitanti del pianeta. Come quelli attuali, anch’essi erano anche dei consumatori e quindi, seppure in scala decisamente minore, creavano qualche guasto all’ambiente e utilizzavano tanta acqua.
Per fare qualche esempio di danni al sistema ambientale, si può far riferimento ai casi di Populonia (in provincia di Grosseto) dove gli etruschi accumularono grandissime quantità di scorie derivanti dalla lavorazione di minerali ferrosi. Oppure il cosiddetto Monte dei Cocci (al Testaccio, Roma) che è il risultato di secolari accumulazioni di anfore non più utilizzabili e di altri rifiuti (lo vedete nella foto in alto). O anche i tanti strati di conchiglie che si vedono in vari siti fenici e punici (sostanzialmente si trattava delle discariche conseguenti alla produzione della porpora). In compenso non buttavano l’urina che era utile a produrre ammoniaca per la pulizia dei panni e altro. E siti per tale trasformazione si possono vedere anche a Pompei e Ostia antica.
Altresì gli antichi amavano avere l’acqua a disposizione per tanti scontati motivi (agricoltura, igiene ecc.). Quindi si impegnarono presto nelle conseguenti operazioni. Fra i primi a impegnarsi in modo molto razionale vanno ovviamente citati gli etruschi e, per farsi qualche idea delle loro capacità, è sufficiente vedere qualche pozzo a Perugia od Orvieto.
I Romani fecero ovviamente le cose in grande e in tutto il loro vasto impero. Costruzioni mirabili, come ad esempio il Pont du Gard in Francia, lasciano interdetti ancora oggi.
Tuttavia è proprio a Roma e nel Lazio che possono essere ammirate grandi opere che avevano l’acqua come protagonista. Acquedotti importanti, grandi terme accessibili anche al popolo minuto, fontane e simili danno l’idea di una grossa progettualità e di una seria attenzione per questo elemento tanto importante e pure abbondante nei pressi di Roma. Del resto, nel Lazio è particolarmente ricca di acque l’attuale provincia di Rieti, senza contare i numerosi laghi presenti sul territorio (Bolsena, Bracciano, Vico e Albano per citare i più estesi).
Proprio nei pressi di Roma è fra l’altro visitabile il Parco degli Acquedotti, mentre nel centro storico sono ben visibili tratti di antichi impianti e le maestose evidenze delle grandi terme (quelle di Caracalla, di Traiano e di Diocleziano sono solo le più note).
Certamente la frequenza quotidiana delle terme da parte di tantissima gente richiedeva una grossa organizzazione alle spalle e per rendersi un po’ conto è magari consigliabile dare un’occhiata alla grandiosa Cisterna delle Sette Sale a Colle Oppio.
Ad Albano Laziale, dove fu creato un grosso accampamento militare, un imponente cisternone documenta le capacità dei genieri della Legio Parthica: lo potete ammirare nella foto qui accanto. A Villa Adriana (Tivoli), non a caso detta la Versailles dell’antichità, è poi facile rendersi conto dell’importanza che l’acqua aveva anche per il prestigio imperiale (e una grande peschiera era pure molto utile per le sontuose tavolate dell’imperatore).
Infine, facendo una normale passeggiata per il centro di Roma, è consigliabile notare alcune cose: la celeberrima Via dei Condotti si chiama così perché vi erano le condutture realizzate in epoca pontificia per il riutilizzo degli impianti romani dell’Acqua Vergine, che nella centralissima via del Nazareno (traversa di via del Tritone) ci sono le evidenze di un antico acquedotto e che nei pressi della Fontana di Trevi – precisamente in Vicolo del Puttarello – vi sono ulteriori cose interessanti.
alpav
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L’acqua di pozzo è ancora oggi utilizzabile grazie a strumenti tecnici che garantiscono un sicuro utilizzo. Qui in questo articolo è possibile avere qualche informazione interessante in merito.