Alpi Apuane: il dibattito sul piano paesaggistico che limita l’attività estrattiva
Di NicolettaAnche Michelangelo ha usato il marmo delle Alpi Apuane per realizzare i suoi più bei capolavori. Ma oggi un piano paesaggistico approvato dalla regione Toscana limita di molto l’attività estrattiva all’interno del Parco delle Apuane. Ovviamente scontrandosi con l’attività produttiva e industriale locale. Per la popolazione locale le cave di marmo significano lavoro e sostentamento, per questo le industrie locali hanno presentato varie decine di ricorsi al TAR e una clamorosa serrata. Per la popolazione di Pietrasanta e altri sei comuni dell’area, le Alpi Apuane sono belle, ma il lavoro con il marmo è anche l’essenza del territorio. Le nuove normative metterebbero a rischio circa 10.000 posti di lavoro (calcolando gli effetti sull’indotto). Richiedono perciò una revisione dei fondamenti della legge, anche perché dopo anni di crisi il settore lapideo sembra dare segnali di ripresa grazie alle commesse provenienti dall’estero (principalmente Cina e pesi dell’ex-Unione Sovietica) e alla vendita dei materiali di risulta.
Il progetto ambientalista si scontra come spesso avviene con la “monoeconomia” di quest’area della Toscana, i cui abitanti però non si considerano affatto distruttori di marmo e dell’ambiente, bensì “operatori artistici”. Vedendo tutto ciò da una certa distanza non si può che pensare che le regole contro l’escavazione selvaggia siano necessarie. Occorre trovare un buon punto di equilibrio: continuare a lavorare, ma tutelando le vette e i crinali delle Apuane, stabilendo che gran parte del materiale scavato sia lavorato esclusivamente in loco.
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