Come smaltire l’olio per la frittura
Di NicolettaGli oli e i grassi animali non si possono semplicemente buttare nello scarico del lavandino perché, oltre a intasare le reti fognarie e a rendere più difficile e costosa la depurazione delle acque, sono anche fortemente inquinanti per le falde e le acque superficiali con conseguenti gravi danni all’ecosistema. Per una corretta gestione dell’olio utilizzato per friggere bisogna seguire le indicazioni del CONOE, sigla che sta per “Consorzio Obbligatorio Nazionale di raccolta e trattamento Oli e grassi vegetali ed animali Esausti”.
L’olio da cucina non più utilizzabile (ricordiamo che è meglio rinnovare ogni volta l’olio per la frittura, come spiega bene questo articolo) deve essere trasferito in un apposito contenitore e poi conferito nelle isole ecologiche comunali. Il suddetto Consorzio, invece, si occupa di ritirare gli oli esausti provenienti dalle attività di tipo professionale (ristoranti, mense, rosticcerie e simili). Se conoscete un ristoratore gentile vicino a casa vostra potete chiedergli il favore di lasciare aggiungere il vostro olio al suo. Forse avrà la coscienza sensibile al riguardo.
Per ogni regione e provincia esiste un elenco di aziende (elencate sul sito del CONOE) autorizzate a raccogliere, trasportare, stoccare, trattare e riutilizzare gli oli e i grassi vegetali o animali esausti.
L’olio esausto è comunque sempre più riutilizzato, per esempio per la produzione del biodiesel, di lubrificanti vegetali, di distaccanti per l’edilizia e nel recupero energetico. Di recente si sta anche aprendo il mercato della rigenerazione di oli combustibili per riscaldamento. Nel complesso, almeno in questo settore, il nostro Paese è abbastanza virtuoso, poiché si recuperano circa 48.000 tonnellate l’anno di olio per usi alimentari.
E non mancano gli esempi da imitare: è già stata giustamente premiata per l’impegno nella responsabilità sociale d’impresa l’azienda Havi Logistics di Modena che ha studiato un modo per sfruttare l’olio utilizzato dai ristoranti McDonald’s per ricavarne un carburante più pulito. Buona parte dei mezzi di questa ditta viaggiano e consegnano grazie alle abbuffate di patatine fritte.
Pensate che con la quantità di olio che si raccoglie presso un fast food in un anno si possono percorrere circa 15.000 chilometri e risparmiare circa 350 tonnellate di CO2 immesse nell’atmosfera.
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sul sito del conoe però si trovano solo riferimenti per le aziende (non accettano conferimenti da privati). Per recuperare gli oli esusti “domestici” bisogna andare nei punti di raccolta comunali (che a milano non sono ancora riuscita a capire dove sono….)
PER MILANO: SUL SITO DELL’AMSA http://www.amsa. it sotto la sezione RICICLERIE