Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo
Di Andrea Ferrari TrecateI sostenitori del viaggiare sostenibile sembrano essere in deciso aumento. I dati raccolti da IPRMarketing per l’indagine promossa da Fondazione UniVerde, resi noti nell’ambito del V rapporto “Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo“, tenutosi giovedì alla BIT di Milano, evidenziano dati piuttosto confortanti.
Il 54% delle persone intervistate si dice consapevole di cosa significhi praticare turismo sostenibile e, pensando alle mete dei propri viaggi, di mettere in pratica tutte le scelte che risultano meno dannose per l’ambiente; dall’utilizzo di mezzi di spostamento meno impattanti, alla scelta di strutture alberghiere ecocompatibili.
E’ necessaria e importante quindi l’azione di chi di turismo si occupa al fine di sostenere questo tipo di attività. Alpitour, assicura il suo stesso presidente Gabriele Burgio, da tempo pone un occhio di riguardo per realizzare viaggi che rispettino le norme dell’ecoturismo e del turismo sostenibile. Non si tratta più di snobismo o idealismo, ha sottolineato Burgio, ma di una vera e propria necessità; soprattutto considerando che tutte quelle cosiddette buone pratiche, anche in ambito di marketing, non sono da ritenere come perdite di denaro ma vere e proprie fonti di risparmio.
Anche il settore alberghiero si dimostra interessato. La catena NH Hotel infatti, segue la linea tracciata già anni fa da Gabriele Burgio (ex-presidente di NH ed ora, come detto, alla guida di Alpitour) ed ora raccolta e consolidata da Chema Basterrechea, attuale presidente. Le strutture alberghiere della società spagnola sono dotate di molte soluzioni sostenibili: dall’efficienza energetica, agli interventi architettonici, passando per i sistemi di risparmio dell’acqua. Queste ed altre operazioni le hanno fruttato notevoli vantaggi economici ed anche l’European Business Award for the Environment.
NH ora si pone come obbiettivo principale quello di migliorare la propria campagna d’informazione per rendere più conosciute le innovazioni delle sue strutture.
Purtroppo, in un quadro così positivo, proprio l’informazione e la comunicazione sembrano essere il problema che affligge non solo l’ecoturismo ma le tematiche ambientali in generale. Secondo Emilio Casalini, giornalista di Report, la comunicazione in Italia è un esercizio di poco conto, pensata male e realizzata peggio.
Questo Paese, così ricco di tesori ambientali, non sa promuoversi. Non sa raccontare la propria storia passata né sostenere le iniziative future. Non a caso, Casalini ha portato ad esempio proprio EXPO 2015, la cui credibilità è stata danneggiata proprio dalla superficialità con cui ci si è dedicati alla comunicazione.
I rendering preparati per la manifestazione, tanto sbeffeggiati sul web, ne sono solo l’esempio più tragicomico e famoso.
Certo è che EXPO, come ha fatto notare Alfonso Pecoraro Scanio, già ministro dell’Agricoltura e dell’Ambiente ed ora presidente di UniVerde, avrebbe molto da guadagnare se curasse maggiormente l’aspetto della comunicazione. La manifestazione, in campo ambientale, oggi si rende famosa soprattutto per i danni che si porta appresso: dal consumo selvaggio di suolo coltivato, a una mancata politica esplicitamente contraria agli OGM. I buoni propositi degli ecoturisti italiani e non solo dovranno quindi trovare appoggio dalla promozione di tematiche ambientali innovative, di buone pratiche e di progetti a favore della sostenibilità. Sarà solo attraverso delle attente strategie di comunicazione ed informazione che vedremo aumentare quel 54% di persone che hanno dimostrato di essere così attente all’ambiente che ci circonda e potremo dare vera credibilità al programma stesso di EXPO.
Andrea Ferrari Trecate
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