Una doppia piramide per capire meglio le caratteristiche della dieta ecosostenibile
Di Eleonora PittalugaMangiare bene significa contribuire alla salute del Pianeta, come dice il prezioso libro di Anna Lappé di cui vi abbiamo parlato tempo fa. Per essere a posto con la coscienza, bisogna partire consumando cibi locali e di stagione: in questo modo si “taglia” il peso ambientale del trasporto: consumo di carburante, produzione di CO2 e conseguente effetto serra.
La nuova frontiera del consumo ecosostenibile è legata al consumo idrico, ovvero alla valutazione della quantità di acqua necessaria per produrre i singoli alimenti. Praticamente, il nuovo petrolio è quello che esce dai rubinetti. Produrre qualsiasi cosa costa acqua, e l’acqua disponibile non è illimitata e limitare il consumo di certi alimenti fa risparmiare “oro blu”.
Uno studio della Fondazione Barilla ha calcolato l’impronta idrica degli alimenti e l’ha illustrata partendo dalle nozioni base della piramide alimentare. Un grafico con cui quasi tutti abbiamo ormai familiarità, che serve a orientare il nostro modo di mangiare sano e riconosce la validità della dieta mediterranea.
Al vertice della piramide alimentare si trovano gli alimenti che dovrebbero consumarsi in piccola quantità, mentre per quelli che stanno nella parte bassa è consigliato il consumo frequente e in quantità maggiore. Il grafico illustra che una dieta è tanto più sana quanto più predilige i cibi che stanno alla base del grafico. Al vertice troviamo dolciumi e carne rossa; scendendo verso il basso compaiono formaggi, uova e pesce, latticini poi olio d’oliva, pane, pasta e legumi e infine frutta e ortaggi – i cibi che dovremmo mangiare di più in assoluto.
La piramide ambientale, costruita in base al consumo idrico, include gli stessi alimenti, però è capovolta. L’impatto dei cibi – ovvero quanto essi consumano in termini di risorse – è una triangolo che cresce dal basso verso l’alto: la frutta ha l’impatto minimo, mentre la carne rossa richiede il massimo sperpero di acqua ed energia per arrivare alla tavola. Interessante notare che, rispetto ai prodotti costituiti da proteine animali, quelle a base di proteine vegetali (ovvero i legumi) necessitano 5 volte meno di terreno e 10 volte meno di acqua.
Con la piramide ambientale, in cui gli alimenti sono dunque elencati in relazione al grado di ecosostenibilità, si dimostra che il nostro interesse a mangiare bene si identifica in tutto e per tutto con quello dell’ambiente. Guarda caso, il benessere del Pianeta è tutt’uno con quello di chi lo abita.
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