Scegliamo il pesce in modo intelligente ed ecocompatibile!
Di NicolettaL’industria della pesca, in ogni parte del mondo, è minacciata dalla distruzione dell’ambiente marino dovuta a pratiche scellerate e insostenibili e dalla drastica diminuzione degli esemplari di molte specie marine, molte delle quali rischiano l’estinzione.
Si pensi che il 28% del pescato nel mondo viene ri-gettato in mare perché non è della specie desiderata e che sono ancora ampiamente utilizzati metodi come la pesca a strascico, che distrugge o asporta qualunque cosa si trovi sul fondale marino.
La strada della piscicoltura è sicuramente una delle migliori soluzioni per questo problema, perché consente di gestire in maniera responsabile le risorse ittiche, con buona resa per l’imprenditore e in maniera compatibile con i bisogni dell’ecosistema.
Nel nostro piccolo noi consumatori possiamo aiutare a preservare la fauna marina con le scelte che facciamo al momento dell’acquisto del pesce o al ristorante. Senza entrare nei dettagli di ogni singolo caso, queste sono le specie ittiche al momento più a rischio, che avrebbero bisogno di anni di ‘tranquillità’ per rendere possibile un ripopolamento che possa ritornare a sostenere la richiesta mondiale:
* Pesce spada
* Merluzzo (dell’Atlantico)
* Caviale di storione selvatico
* Cernia
* Eglefino (dell’Atlantico)
* Halibut (dell’Atlantico)
* Granchio reale della Russia
* Rana pescatrice
* Merlano nero dell’Atlantico
* Spigola del Cile
* Squalo
* Razza
* Storione selvatico
* Tonno a pinna blu e a pinna gialla
* Aragosta (dell’Atlantico)
Sono invece una scelta migliore dal punto di vista ambientale:
* Acciughe, alici e pesce azzurro in generale
* Molluschi e mitili
* Gamberi e gamberetti
* Nasello
* Halibut (del Pacifico)
* Aringhe (dell’Atlantico)
* Sgombri
* Polpo
* Ostriche (di allevamento)
* Merluzzo (del Pacifico)
* Salmone (dell’Alaska e del Canada)
* Sardine (del Pacifico)
* Capesante (di allevamento)
* Storione (di allevamento)
* Tonno alalunga (del Pacifico)
Inoltre, il consumatore responsabile, dovrebbe tornare a scoprire pesci del Mediterraneo ingiustamente trascurati dal mercato, non perché non siano eccellenti, ma semplicemente perché non sono richiesti: l’ombrina, la leccia, il fragolino, la gallinella, il manfrone, la palamita, il lustrino, lo scorfano, il grongo, il palombo, il pesce bandiera (o pesce sciabola), l’occhialone. Per non parlare dei pesci d’acqua dolce: la trota, il luccio, la tinca, il persico reale, altrettanto gustosi e ricchi di nutrienti. Sul nostro blog di cucina, digitando questi nomi (forse finora a voi sconosciuti) nel box di ricerca troverete consigli e ricette per cucinarli al meglio.
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Grazie utile consiglio per un amante sia del pesce di mare sia dell’ambiente in generale.
Ho letto tuttavia che in particolare il nasello viene pescato con reti a traino, non so bene se traino equivale a strascico. Se si, mi sembra tale modo di pescare sia dannoso per l’ambiente, come si concilierebbe allora la collocazione del nasello tra il pesce “ecocompatibile”?